Dalle lettere ai pacchi, dalle telecomunicazioni all'energia. Poste Italiane festeggia i dieci anni dalla sua quotazione in Borsa con molte novità che riguardano il presente: in primis, l'ad Matteo Del Fante ha chiarito che sono stati fatti i «primi passi avanti» nel progetto di integrazione tra Poste Italiane e Tim, ma Poste non prevede alcun ingresso nel cda della società di tlc, dove si è liberato un posto dopo le dimissioni della consigliera indipendente Domitilla Benigni.
Del Fante (che si è detto disponibile a un quarto mandato) ha confermato che la collaborazione tra i due gruppi è già operativa: «Abbiamo fatto i primi passi. Sulla parte retail è partita il 29 settembre l'offerta nei principali uffici Tim del nostro prodotto luce e gas e devo dire che sta andando bene, la reazione della rete è molto soddisfacente», ha spiegato, precisando che il prossimo focus sarà «sulla parte enterprise dell'azienda». Sul fronte azionario, resta sospesa l'ipotesi di una riduzione graduale della partecipazione statale avanzata nel 2024. «Il Mef non ha dato ulteriori indicazioni. Se ne era parlato, ma l'azionista non ci ha dato indicazioni recenti», ha precisato l'ad. E anche il sottosegretario all'Economia Federico Freni (presente all'evento in Borsa a Milano) ha lasciato intendere che per ora il dossier (cessione del 14%) non è stato riaperto. Fuori discussione anche l'accorpamento tra BancoPosta e Poste Vita: «Resteranno assolutamente autonome», chiosa l'ad.
Festeggiando il decennale dall'Ipo (27 ottobre 2015), il gruppo ha sottolineato come il titolo a Piazza Affari sia salito da 6,7 a oltre 20 euro, il 200% in più rispetto al debutto. Di pari passo la capitalizzazione che da 8 miliardi è più che triplicata oltre 26 miliardi, al termine di un percorso nel quale ha distribuito oltre 7 miliardi di dividendi, garantendo ai suoi azionisti una remunerazione costante e crescente.
Sotto i riflettori la strategia dell'attuale squadra dell'ad Del Fante che ha impresso al gruppo una profonda trasformazione. A lui si deve il salto del gruppo verso la digitalizzazione e la crescita del mercato dei pacchi grazie all'e-commerce.
Un percorso iniziato nel 2018 quando prese forma il piano industriale denominato Deliver 2022 per trasformare Poste in una piattaforma integrata di servizi, sfruttando anche il vantaggio di una rete che conta 12mila uffici postali. In quel periodo viene anche siglato il primo di una serie di accordi con Amazon per la consegna dei pacchi in Italia. Seguono anni di alti e bassi (il periodo del pre-Covid e del Covid). Poi, tra 2021-2022, viene lanciata l'offerta di fibra negli uffici postali, a cui seguirà la vendita di contratti luce e gas.
Seguirono, due grandi operazioni, l'acquisizione di Lis, che nel 2022 potenzia l'attività nei servizi di pagamento di prossimità, ricariche e bollettini, e, la presa su Tim (24,8%). «In questo decennio abbiamo scritto una pagina indelebile della storia economica nazionale dimostrando che un'azienda con radici profonde può essere anche un motore di innovazione, crescita e sostenibilità per il Paese», ha la presidente Silvia Maria Rovere.
Oggi Poste è la più grande piattaforma di pagamenti in Italia, con oltre 3 miliardi di transazioni annue, e il primo emittente di carte di pagamento con oltre 30 milioni di carte in circolazione.
Inoltre, ha consolidato la leadership assicurativa, con masse gestite per 165 miliardi e ha rafforzato il ruolo di porto sicuro del risparmio, con oltre 450 miliardi di attività garantite dallo Stato. Primato nella logistica, con oltre 300 milioni di pacchi consegnati ogni anno. Ieri Poste ha chiuso la seduta in Borsa a 20,68 euro (+1,62%), nuovo record storico insieme al record di capitalizzazione a 27,01 miliardi.