Rovagnati nell'orbita di Rigamonti

Il gruppo della brasiliana Jbs vicino all'acquisto del produttore del Gran Biscotto

Sede di Biassono, Monza e Brianza
Sede di Biassono, Monza e Brianza
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Grandi manovre nel food italiano. Secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale, il gruppo Rigamonti avrebbe messo gli occhi su Rovagnati e sarebbe vicino all'acquisto dello storico gruppo italiano del prosciutto Gran Biscotto.

La trattativa - coperta da stretto riserbo - si starebbe perfezionando in queste ore e, se confermata, porterebbe alla nascita di un colosso da 600 milioni di ricavi complessivi sotto il cappello, però, di un soggetto estero.

Rigamonti, infatti, è un'azienda valtellinese specializzata nella bresaola, ma fa parte del gruppo multinazionale brasiliano della carne Jbs dal 2011, che ha acquisito il 100% del capitale sociale del gruppo dopo una fusione. Il predatore ha chiuso il 2024 con un fatturato consolidato di oltre 256 milioni di euro, con una crescita del +3,9% in valore e del +5,1% in volume. La produzione ha raggiunto oltre 17.000 tonnellate e l'utile ha sfiorato i 3 milioni. Per Jbs, che nel 2021 ha rilevato anche King's (e quindi Prosciutto di San Daniele D.O.P. e Prosciutto di Parma D.O.P), l'acquisizione di Rovagnati rappresenterebbe la leadership assoluta nella produzione e distribuzione di autentiche specialità italiane con certificazione di origine.

L'avvicinamento tra i due gruppi sarebbe avvenuto negli ultimi mesi dopo la scomparsa dell'ad Lorenzo Rovagnati, morto in un incidente aereo in febbraio. Una tragedia che ha lasciato l'azienda, a gestione familiare, senza uno dei punti di riferimento chiave.

Un vuoto che avrebbe spinto il gruppo, e in particolare i fratelli (che posseggono l'86% del capitale, mentre il restante 14% è in capo alla madre, Claudia Antonia Maria Limonta, anche presidente della società) a cedere l'attività storica.

Nata negli anni 50 in Brianza, Rovagnati fu prima un'attività lattiero casearia poi si votò alla lavorazione dei salumi e, in particolare, a quella del prosciutto cotto che, negli anni, e proprio grazie a Rovagnati fu nobilitato (rispetto al prosciutto crudo) con il Gran Biscotto.

La popolarità del marchio Rovagnati è cresciuta in modo significativo negli anni '90, grazie alla tv e al sodalizio con Mike Bongiorno, celebre volto della TV italiana, che ne diventò testimonial nei suoi programmi di successo.

L'azienda ha sedi produttive a Biassono, Arcore, e nel parmense e opera in oltre 20 paesi, tra i quali Francia, Belgio, Germania e Stati Uniti.

Negli anni, ha acquisito marchi come Berkel e Omas (leader nelle affettatrici professionali), Del Ben di Maniago, storica coltelleria, e Pineider, antica azienda tipografica artigianale fiorentina. Dopo un ottimo 2022, nel 2023 la società ha chiuso in rosso per 9 milioni a causa di oneri finanziari. Dal bilancio 2024, appena reso noto, non è dato pubblicamente sapere se l'ultima riga del conto economico si sia aggravata o meno. Aspetto rilevante ai fini della trattativa in corso.

L'utile non è stato specificato pubblicamente, ma l'azienda ha chiuso l'anno con un fatturato di oltre 320 milioni. Il bilancio 2024 è stato definito solido, con buone performance nel mercato della Grande Distribuzione (+7%) e una forte crescita (+39%) sul mercato estero.

Dati finanziari a parte, si tratta di un'azienda italiana d'eccellenza, l'unica che produca

prodotti cotti senza il benché minimo utilizzo di conservanti. Inoltre, grazie agli investimenti fatti ha messo al centro la sostenibilità ed è in grado di produrre in autonomia l'80% dell'energia che impiega negli stabilimenti.

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