A essere fiscali

AirBnB nel mirino dell'Agenzia delle entrate: mancano 500milioni di euro

L'Agenzia delle Entrate ha intrapreso una vertenza nei confronti del colosso statunitense, contestando il mancato pagamento di circa mezzo miliardo di euro per imposte che il portale degli affitti brevi non avrebbe versato al Fisco italiano nel corso degli ultimi anni

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Lo Stato Italiano ha contestato alla Società AirBnB un mancato versamento di 500milioni di euro di imposte. Tale importo è la seconda cifra mai richiesta a un'azienda operante sul web, dopo gli 870 milioni di Iva contestati al gruppo Meta, che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp.

La versione dell'AdE

La richiesta dell’erario nascerebbe sul presupposto che la normativa italiana del 2017 – la cui operatività è stata confermata recentemente anche dalla Corte di Giustizia Europea con la Sentenza n.212 del 22 dicembre 2022 - impone alle piattaforme web di agire da sostituti d'imposta, trattenendo quindi il 21% degli incassi (che deve poi essere versato allo Stato) sugli affitti incassati dagli host. La vertenza, però, riguarda essenzialmente gli operatori non professionali, coloro cioè che – usufruendo del servizio AirBnB - non traggono il loro reddito principale dall’affitto breve delle loro proprietà. Questo perché, mentre per gli host regolari la trattenuta del 21% avviene in modo automatico, per gli irregolari ciò non accade, comportando l’onere per la società statunitense di agire da sostituto d’imposta. Meccanismo, però, che AirBnB ha sempre contestato, anche nelle competenti sedi giudiziarie.

La replica della web company

Il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea – sebbene manchi ancora un giudizio definitivo da parte del Consiglio di Stato - pare, a questo punto, dirimente. Per lo meno, sufficiente all’Agenzia delle Entrate per intraprendere l’iniziativa di riscossione in oggetto. Poco tempo fa, la web company aveva rilasciato una dichiarazione per giustificare il proprio operato: “ Airbnb ha sempre inteso prestare massima collaborazione in materia fiscale e supporta il corretto pagamento delle imposte degli host applicando il quadro europeo di riferimento sulla rendicontazione, noto come Dac7. L'azienda non è dotata di un rappresentante fiscale in Italia che possa svolgere da sostituto d'imposta. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha chiarito che l'obbligo di designare un rappresentante fiscale in Italia è in contrasto con il diritto europeo. In attesa della decisione finale da parte del Consiglio di Stato, continueremo ad implementare la direttiva Ue in materia”.

Il busines di Airbnb

Il business di Airbnb ammonta a più di 63 miliardi di dollari. Attraverso il suo portale, nel 2022 sono stati prenotati soggiorni per 393,7 milioni di notti, in crescita del 31% sull'anno precedente. Gli host sono oltre 4 milioni e hanno accolto più di 1,4 miliardi di persone in 10mila città di tutto il mondo. L’anno 2022 è stato molto proficuo per la società statunitense, che in Italia è presente con la controllata AirBnB Italy, che vanta 25 dipendenti e che rispetto all’anno precedente ha visto incrementare il fatturato, passato da 14,8 milioni di euro del 2021 a 21,5 milioni, mentre l'utile netto è salito da 2,9, a più di 3 milioni. Le imposte versate da AirBnB Italy sull’anno fiscale 2022 ammontano a circa 1 milione.

Al netto, però, di come andrà a finire la vertenza in corso con l'Agenzia delle Entrate.

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