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Impresa, 175 milioni di euro per chi investe nelle zone meno sviluppate

La misura riguarda Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Le domande potranno essere inviate fino al 6 ottobre 2023

Zone meno sviluppate, in arrivo 175 milioni di euro per chi investe

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Zone meno sviluppate, in arrivo 175 milioni di euro per chi investe

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Il progetto del governo è quello di aiutare sempre di più il paese nel processo di crescita, specialmente le zone meno sviluppate italiane. A questo proposito è stata messa a disposizione la possibilità di partecipare al secondo sportello degli Accordi per l’innovazione che riguarda le regioni con un PIL pro capite inferiore al 75 % della media dell'Unione Europea. Per questa misura sono stati stanziati 175 milioni di euro. Ecco tutte le informazioni per chi investe nei territori meno sviluppati.

Le specifiche

In merito agli Accordi per l'innovazione da realizzare nelle zone meno sviluppate del Paese si potrà inoltrare la domanda da lunedì 18 settembre fino a venerdì 6 ottobre 2023. Lo scorso 11 agosto 2023 è stato definito il decreto direttoriale da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy il quale contiene le condizioni per ottenere le agevolazioni riservate alle Piccole Medie Imprese. La misura viene applicata fino all’esaurimento dei fondi stanziati.

I requisiti

In merito ai requisiti per accedere ai fondi messi a disposizione i progetti devono avere come obiettivo la realizzazione delle attività di ricerca e sviluppo dedicate esclusivamente alle regioni meno sviluppate. I territori presi in considerazione sono: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Inoltre le proposte devono rispettare gli obiettivi tematici del Programma nazionale di ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027. Le domande devono essere presentate da partenariati costituiti da almeno una pmi oppure da sole piccole imprese con la caratteristica della media capitalizzazione o con eventuali Organismi di ricerca.

La seconda opportunità

Il provvedimento in questione specifica le regole per finanziare i progetti che sono stati presentati l’1 gennaio 2023 ma che non sono stati ammessi alla fase istruttoria a causa della carenza di risorse messe a disposizione nella prima graduatoria la quale è stata approvata tramite decreto direttoriale il 17 febbraio di quest’anno. Il governo ha previsto una seconda opportunità per le istanze che sono arrivate da parte di imprese interessate all'utilizzo delle risorse previste dal decreto ministeriale dell'11 maggio 2023 ma che non hanno avuto accesso ai fondi. Per usufruire della misura queste proposte devono prevedere costi di progetto da realizzare solo nei territori delle aree meno sviluppate, così facendo verranno avviate ad istruttoria in base all'ordine di posizione in graduatoria. Dovranno essere rispettate da parte dei partecipanti le condizioni del Programma nazionale ricerca, innovazione e competitività assieme alle modalità specifiche che si trovano nel decreto direttoriale dell’11 agosto 2023.

Gli obiettivi

Le istanze che non includono costi di progetto nelle aree meno sviluppate verranno considerate non ricevibili e le aziende che le presenteranno riceveranno una nota di decadenza da parte del Ministero. Potranno partecipare anche il Mimit ed eventuali amministrazioni pubbliche con l’obiettivo di cofinanziare progetti mirati. All’interno del progetto è prevista anche una sezione dedicata alla ricerca e sviluppo, alla sostenibilità e alla digitalizzazione del sistema produttivo che mira all'innovazione.

I progetti

Le proposte inoltrate devono includere almeno una delle modalità esplicitate dal Mimit. Nello specifico se si tratta di un progetto realizzato da più proponenti, questo, oltre a quanto stabilito dall'articolo 3 del decreto 31 dicembre 2021, deve avere tra i soggetti partecipanti almeno una piccola impresa a media capitalizzazione in collaborazione con imprese non di grandi dimensioni oppure organismi di ricerca. Nel caso in cui venga presentata la richiesta da parte di singolo proponente, questo dev’essere una pmi, quindi una piccola impresa a media capitalizzazione.

I vincoli

In merito ai vincoli, non è contemplata la cessazione dell’attività economica dell'impresa che riceve i fondi all’interno delle unità produttive interessate dalla realizzazione del progetto. In sostanza non è possibile utilizzare le risorse per il medesimo progetto proposto ma al di fuori del territorio di competenza dell'intervento agevolativo.

Questo riguarda i cinque anni successivi alla data di termine del progetto agevolato, si tratta di tre anni per le pmi.

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