Gli azzurri di corsa verso i mondiali nel deserto di Palermo

Il portiere messo in riga da Facchetti e Mancini. Il club spera di venderlo a gennaio

nostro inviato a Firenze
L’operazione-simpatia della nazionale? Non fa progressi. Anzi, anche una roccaforte azzurra come Palermo (in quindici anni otto partite, domani la nona) tradirà gli azzurri. Meno di 15mila biglietti venduti, difficilmente si raggiungerà quota 22mila, obiettivo minimo. E con una capienza totale di 37mila, pur ridotta per problemi di sicurezza, lo spettacolo del Barbera sarà meno bello del solito. Tutto ciò nonostante i prezzi abbordabili, da 10 a 40 . Scordiamoci il tutto esaurito dell’amichevole con la Repubblica Ceca, febbraio 2004, o Italia-Norvegia settembre 2004, il primo atto dell’avventura lippiana nelle qualificazioni mondiali. Anche se per l’evento, la Federcalcio regionale e provinciale e la Lega Nazionale Dilettanti, hanno approntato un francobollo celebrativo. Il flop palermitano segue di pochi mesi quello di Messina: il pubblico disertò l’assurda amichevole del novembre 2004 perché Lippi convocò una nazionale sperimentale: molti di quei giocatori non si sono più rivisti in azzurro.
E se a Palermo il pubblico non risponderà in massa al richiamo azzurro (neppure il ritorno da avversario di Luca Toni sembra essere una forte calamita), a Lecce – dove l’Italia giocherà contro la Moldova, partita che potrebbe risultare anche ininfluente ai fini della qualificazione - c’è malumore per una nazionale che si allenerà due giorni sul campo di Galatina, a qualche chilometro di distanza da Lecce. Un bel modo per avviare l’operazione-simpatia. Che Mauro German Camoranesi, ieri seduto eccezionalmente in aula magna per colpa della perdurante assenza dei big, confessa candidamente di non conoscere. «L’operazione-simpatia. E cosa sarebbe?», l’ammissione dello juventino che sottolinea come non ci sia bisogno «di fare pubblicità a questa nazionale, al Mondiale la gente verrà perché è l’evento calcistico per eccellenza». Vallo però a dire al presidente federale Carraro, che ha «benedetto» l’idea di un club azzurro di tifosi per la Germania, «per far sentire gli azzurri in casa e aiutati dal pubblico». Anche se in Federazione nessuno ha ancora capito bene il progetto e non sa quindi come deve muoversi.
Da tempo poi, si cerca di ricucire il rapporto con Firenze, diventata grazie al centro tecnico federale di Coverciano il quartier generale dell’Italia, ma che da dodici anni (dalla famosa contestazione della curva Fiesole durante Italia-Messico) non ospita più una partita degli azzurri. Ieri una sorta di operazione-simpatia è arrivata da Marcello Lippi. Il ct, insieme al vicepresidente federale Mazzini e a Gigi Riva, ha incontrato i lavoratori della Electrolux-Zanussi e della Matec di Scandicci, in sciopero per sostenere le loro vertenze, iniziate questa estate per via di 500 posti di lavoro a rischio. «Ho voluto incontrarvi per portarvi la mia solidarietà - ha detto Lippi -. Io vengo da una famiglia non ricca, poi abbiamo avuto una botta di fortuna. Davanti a situazioni simili è giusto fare qualcosa. Il calcio è più sensibile di quanto pensi la gente, vi auguro buona fortuna». Ha poi detto Nesta: «Siamo molto vicini a chi sta perdendo il lavoro, ci dispiace. Ora siamo miliardari, ma ognuno di noi ha una storia alle spalle. Mio padre faceva il ferroviere, poi ha venduto l’acqua minerale.

Anche in casa mia insomma si facevano i conti. Poi ho avuto la fortuna di realizzare un sogno ed è lo stesso augurio che rivolgo a chi oggi si trova in difficoltà». Sarà retorica, ma almeno stavolta c’è un pizzico di simpatia in più.

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