«Gli azzurri non ci fanno paura E il girone lo vinciamo noi»

«Noi la seconda forza del girone? Sorprenderemo il mondo perché sono convinto che ci giocheremo il primo posto con gli azzurri». Vladimir Weiss, 45enne tecnico della Slovacchia, non ha certo peli sulla lingua e non soffre di complessi di inferiorità. Forse la sua è una semplice tattica per irretire gli avversari e tenere sulle corde la pattuglia, ma dal tono della voce non sembra bluffare più di tanto quando sostiene che la sua nazionale «ha tutti i numeri per puntare al podio in un mondiale che verrà ricordato come il più imprevedibile della storia».
Come ogni commissario tecnico che si rispetti anche lei ha ricevuto parecchie critiche.
«A una certa parte della stampa ha dato fastidio la convocazione di mio figlio Vladimir jr. Però ci si dimentica che è un ottimo centrocampista ed è stato tra i protagonisti delle qualificazioni».
Perché questa Slovacchia può sorprendere tutti?
«Per comprenderlo è necessario scomodare la storia. Abbiamo vissuto per troppi anni all’ombra della Repubblica Ceca. Nessuno però ricorda che otto degli undici giocatori che nel 1976 a Belgrado salirono sul tetto d’Europa, liquidando in finale i campioni del mondo della Germania, erano slovacchi. A partire dal nostro eroe popolare Dusan Galis fino ad arrivare ai formidabili difensori Jan Pivarnik e Anton Ondrus».
Lei crede davvero che i suoi ragazzi siano di pari livello?
«Guardi, sono solo amareggiato per l’infortunio occorso al nostro mediano Kahran, che in Sudafrica avrebbe raggiunto le cento presenze in nazionale regalando equilibri al centrocampo. Per il resto posso contare su un gruppo che si conosce a memoria e che non ha avuto difficoltà nelle qualificazioni a mettere in riga Repubblica Ceca e Polonia».
Sarà Marek Hamsik il valore aggiunto?
«Lui è una delle nostre stelle, di sicuro l’atleta che più di tutti si esprime ad altissimi livelli, ma sarebbe un errore considerarlo l’unico pezzo da novanta della squadra. Vi suggerisco di non perdere di vista Miroslav Stoch, un interno bravissimo negli inserimenti che Ancelotti riprenderà nel suo Chelsea dopo l’anno di apprendistato nel campionato olandese. In Sudafrica sorprenderà».


Come vede l’Italia, soprattutto priva di fantasia alla luce delle assenze di Cassano, Totti e Balotelli?
«A me non interessa che sia campione del mondo. Ai nastri di partenza siamo tutti sullo stesso livello. La storia ci insegna che gli azzurri sono di statura mondiale. Ma in questo momento la Slovacchia può serenamente giocare alla pari».

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