Baby mendicanti, un affare da 2 milioni al mese

In aumento i bambini che chiedono la carità: da Milano la richiesta di un piano del governo dopo l’ingresso della Romania nell’Ue

Sembra impossibile, eppure un piccolo esercito di schiavi bambini attraversa ogni giorno le nostre città. Sono i tanti ragazzini costretti a mendicare da genitori che li lasciano all’angolo di una strada la mattina e li vengono a riprendere la sera per contare gli spiccioli raccolti. Una vera e propria piaga che si fa ancor più grave nel periodo delle feste o magari durante i saldi, quando il centro è più affollato. E loro spuntano ancor più numerosi. Giovani, più spesso giovanissimi, per impietosire chi deve lasciare loro una moneta. Per loro niente scuola, niente giochi, abiti sporchi e stracciati. La maggior parte sono Rom, in molti arrivano da Romania e Bulgaria. E così, dopo l’apertura delle frontiere, l’allarme rischia di diventare ancor più inderogabile.
«Basta minori che chiedono l’elemosina nelle vie di Milano», l’ultimatum del vicesindaco Riccardo De Corato che nei panni di deputato ha presentato alla Camera una proposta di legge di modifica dell’articolo 602 del codice penale che contempla il reato di induzione alla schiavitù, ma non quello di «istigazione all’accattonaggio». Nel testo di De Corato, invece, l’articolo 602/bis prevede pene fino a 3 anni di reclusione e pagamento di una sanzione di 3.750 euro per chiunque si avvalga di anziani o minori per mendicare. E nel caso in cui il reato venga commesso da cittadini extracomunitari, oltre alla sanzione amministrava pecuniaria, è prevista l’espulsione immediata e definitiva dal territorio nazionale. Chiunque poi induca un minore o un anziano all’accattonaggio con sevizie o crudeltà, recita la modifica, sarà punito con la reclusione fino a 6 anni e il pagamento di una sanzione di 7.500 euro. «Oggi a Milano, come in altre città - spiega De Corato -, i più piccoli vengono sfruttati per accattonaggio, questua ai semafori, furti e altri traffici clandestini. Ma come evidenziato dalle sconcertanti inchieste di alcuni quotidiani, i bimbi sono anche “merce” richiesta per chi gestisce il losco e spregevole affare della prostituzione minorile». Un fenomeno dai molti risvolti. «Le inchieste del giudice Guido Salvini - aggiunge De Corato - che adombrano come l’accattonaggio possa condurre a cospicui finanziamenti per i fondamentalisti islamici e le denunce di alcune associazioni che parlano di un giro d’affari mensile fino a due milioni di euro nella sola città di Milano, rilanciano la questione della reintroduzione nella legislazione italiana del reato di accattonaggio».
Problemi che, assicura il vicesindaco, non miglioreranno quando in virtù del nuovo stato di cittadini comunitari saranno presto scarcerati un migliaio di romeni, come annuncia il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. «La situazione delle città metropolitane è esplosiva - avverte De Corato -. Far uscire di prigione i detenuti romeni senza un preciso piano di aiuto, significa innescare nuove micce e scaricare sulle spalle dei Comuni il problema.

Urge pertanto da parte del ministero dell’Interno la massima chiarezza su come si voglia procedere. Il rischio maggiore è, infatti, quello di gettare in pasto alla criminalità organizzata della giovane “manodopera” destinata a essere schiavizzata per illeciti affari».

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