Baby pensionati, maxi inchiesta a La Spezia

La Procura militare passa al setaccio centinaia di presunti invalidi. Il ruolo dei patronati

La Spezia - Ci sono centinaia di baby pensionati, tutti ex dipendenti civili del ministero della Difesa, che presto potrebbero essere chiamati a rispondere davanti a un magistrato per l’accusa di frode ai danni dello Stato. Con loro, seduti al banco degli imputati, anche medici militari, ufficiali e funzionari. E dopo il blitz dei carabinieri nelle sedi dei sindacati di categoria dei giorni scorsi, sono entrati nell’indagine anche sindacalisti e membri dei vari patronati.

Quella in corso a La Spezia è un’inchiesta che coinvolge mezza Italia e che potrebbe avere sviluppi imprevedibili. Secondo la Procura militare della Spezia i presunti falsi invalidi parziali sarebbero andati in pensione con largo anticipo per problemi di salute ma in mancanza dei requisiti di idoneità, grazie alla complicità di medici militari e funzionari.

I carabinieri di Maridipart (il comando in campo della Marina per l’Alto Tirreno), su delega del pubblico ministero militare Giovanni Muscogiuri che ha aperto il fascicolo, hanno notificato ai sindacati confederali della Difesa il decreto per l’acquisizione degli atti relativi alle pratiche di prepensionamento assistite dai rispettivi patronati. Il sospetto degli inquirenti è che dietro le pratiche ci sia un vorticoso giro di denaro, legato a un cospicuo bonus riconosciuto a tutti i prepensionati. Dopo la certificazione di inidoneità parziale, infatti, ai dipendenti della Difesa veniva infatti proposto un trasferimento d’ufficio o un assegno pari a cinque mensilità per accedere al prepensionamento. In alcuni casi una parte della somma sarebbe andata ai patronati che avrebbero falsificato le pratiche. In particolare il filone d’indagine partito da un patronato si sarebbe dimostrato più possibilista di altri a gestire con successo l’istanza di prepensionamento.

Le pratiche di alcune centinaia di ex dipendenti civili della Difesa che hanno ottenuto la pensione prima di raggiungere l’età canonica, dal 2005 ai giorni nostri, saranno passate al setaccio dai carabinieri dello comando speciale insediato a Maridipart-La Spezia. A far insospettire la Procura militare è stato l’elevato numero di prepensionamenti, e lo stile di vita condotto da alcuni presunti invalidi, molti dei quali erano impegnati in lavori all’aperto con un’agilità che l’inidoneità al loro precedente lavoro avrebbe dovuto per lo meno compromettere.
Gli enti militari coinvolti nell’inchiesta sono una decina.

Nei giorni scorsi i carabinieri diretti dal comandante Carlo Bruno Spinetta hanno notificato quindici decreti per l’acquisizione di atti, da Ventimiglia a Civitavecchia. Nel mirino c’è soprattutto l’ospedale militare nel quale sono state effettuate le visite mediche e poi rilasciate le certificazioni di inidoneità.

Nella vicenda giudiziaria c’è anche un risvolto curioso: lo spettro degli accertamenti ha permesso di comprendere come, rispetto al 2005, negli ultimi mesi di quest’anno i certificati di inidoneità sospetti si siano moltiplicati, quasi che la prospettiva dell’allungamento dell’età pensionabile (al centro del confronto governo-sindacati) si sia risolta nella corsa alla quiescenza. Un altro aspetto che gli inquirenti dovranno chiarire nei prossimi mesi.
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