La filarmonica di Tokyo

La filarmonica di Tokyo
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Nel Gotha delle sale da concerto d'Europa, da Berlino a Vienna, da Barcellona a Lugano dove lo abbiamo ascoltato al Lac, è passata la tournée dell'Orchestra Filarmonica di Tokyo, la più blasonata formazione nipponica. Grande attesa per il maestro Myung-Whun Chung, ormai stabilmente al vertice e Direttore musicale designato del Teatro alla Scala di Milano. Attesa che non ha deluso: è raro vedere un direttore giungere sul podio con fare circospetto e caracollante e poi mantenere una presenza energica così continuata per tutto il corso della serata. A questa sensazione di totale presenza fisica non concorre solo l'aspetto agile, dinamico e muscolare del fisico Chung, ma il gesto che ne è efficace espressione in atto, realizzato con un'economia di movimenti capace di riversare tutta l'energia nel fatto musicale. Apice l'esecuzione in forma di concerto del Sacre du Printemps di Igor Stravinskij, l'opera che al suo primo apparire con il suo primitivismo selvaggio e scandaloso seppelliva la belle epoque.

Anche qui l'effetto Chung è stato ipnotico, non solo perché ha diretto a memoria una partitura tanto complessa, ma per la cartesiana sobrietà di suddivisioni e anticipi con i quali ha azionato l'orchestra a dimostrazione di un lavoro di concertazione capillare. Tutti, dalle spalle all'ultimo leggio, erano concentrati a sottolineare quella ritmica di scossoni georgici preistorici che il poeta Jean Cocteau avvertiva essersi abbattuta sul pubblico della prima parigina.

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