Roma

«Con Baccini per difendere i valori e la famiglia»

Rita Smordoni

Massimiliano Fasoli, romano, 38 anni, funzionario Anas, cattolico, da sempre impegnato nel volontariato e associazionismo giovanile. Al centro dei valori del suo credo politico è la famiglia come modello di società. Da marzo rivestirà la carica di segretario romano dell’Udc. Sarà con molte probabilità ricandidato da un accordo unitario della
Cdl alla presidenza del XX Municipio.
Fasoli, quando ha mosso i primi passi in politica?
«Avevo 20 anni ed ero già nel movimento giovanile Dc. Poi sono entrato nel Ccd e infine nell’Udc».
Come vede la campagna elettorale di Mario Baccini, candidato a sindaco di Roma?
«Credo che sia una candidatura di grande rilevanza. Baccini non rappresenta solo l’espressione di un partito, l’Udc, ma si presenta come il sindaco della gente, capace di creare intorno a sé un consenso sui grandi valori dell’uomo: la famiglia, la solidarietà sociale, la tutela dei minori e delle fasce deboli».
E il rapporto con gli altri candidati sindaci della Cdl?
«È all’insegna di una grande cordialità, non c’è alcuna frizione. Alla stretta finale potrebbe esserci la convergenza su un unico candidato, mi auguro sia Baccini».
Lei, invece, fra dieci giorni, diventerà il nuovo segretario romano dell’Udc...
«Sarò eletto, credo all’unanimità, dal congresso del 4 marzo. È la naturale conclusione del mio impegno costante all’interno del partito. Il mio programma è dare voce alle esigenze dei cittadini, alle proposte delle associazioni. La carica che rivestirò non sarà incompatibile con quella di presidente di municipio, anzi sarà un valore aggiunto».
Intende dire che sarà riproposto come minisindaco del XX?
«Sì, ci siamo incontrati con i partiti alleati e abbiamo stabilito le linee programmatiche, tra cui anche la mia probabile ricandidatura».
Come giudica la sua esperienza di 5 anni alla guida del XX Municipio?
«Dal punto di vista personale un’ottima esperienza, anche se con grandissime difficoltà di relazione con l’amministrazione centrale. Il Comune, da un certo momento in poi, ha completamente chiuso i rapporti con il Municipio».
Si riferisce ai tagli sui trasferimenti di risorse?
«Sì, tagli piuttosto pesanti. Servizi sociali e lavori pubblici sono stati i più penalizzati. L’assessore all’Ambiente, Esposito, ad esempio, è stato completamente sordo alle nostre richieste. Per lungo tempo i soldi stanziati per la ristrutturazione di giardini e spazi verdi sono rimasti fermi al X Dipartimento. Per non parlare delle potature degli alberi, che il Servizio giardini ha effettuato solo nei casi di estremo pericolo».
Quando ha riscontrato questa chiusura del Campidoglio?
«Subito dopo le Regionali del 2005. L’amministrazione comunale ha alzato i ponti levatoi verso il Municipio, lasciandoci soli e senza risorse economiche a gestire situazioni di emergenza, come quella degli asili nido. La verità è che la sinistra ha cominciato la campagna elettorale per il Comune già all’indomani dell’elezione di Marrazzo».
Malgrado le difficoltà, lei ha ottenuto risultati lusinghieri da minisindaco. Che cosa metterebbe al primo posto?
«La manutenzione di edifici e scuole che avrebbe dovuto fare l’amministrazione comunale. L’apertura di tre nuovi centri anziani. Stiamo anche tentando da soli, con le nostre risorse umane ed economiche, di costruire tre nuovi asili nido».
Il decentramento nei Municipi, però, è rimasto un nodo irrisolto.
«È vero.

Ma il mio partito crede molto nel decentramento, è al centro del nostro programma per le elezioni comunali».

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