Marcello Viaggio
«Udc per Baccini sindaco di Roma» lo slogan del secondo congresso regionale del partito di Casini, svoltosi ieri allHotel Torre Rossa Park.
Voto unanime e per acclamazione dai 538 delegati per Luciano Ciocchetti, che succede nella carica di segretario regionale ad Armando Dionisi, dal 2003 salito allEuroparlamento. Ma lattenzione è tutta, naturalmente, per il ministro della Funzione pubblica, che si candida sindaco di Roma. Entrambi, Dionisi e Ciocchetti, propongono a Forza Italia per le amministrative a Roma una lista comune, «una lista del Ppe, Partito popolare europeo», che vada oltre quelle di Fi e dellUdc, a sostegno di Baccini. «Un progetto molto forte, un partito che raccolga tutti i moderati a Roma» rilancia il ministro della Funzione pubblica.
Gli ultimi sondaggi nel testa a testa con Veltroni, quelli di Poggi&Partners, vedrebbero nella capitale Baccini addirittura al 39,9 per cento contro il 47 per cento dellattuale sindaco. La corsa al Campidoglio sembrerebbe, insomma, a dispetto della sicurezza ostentata a sinistra, una partita apertissima per la Cdl. «Il sondaggio intanto dimostra che cè una vasta area a Roma alternativa a Veltroni - sottolinea Baccini -, ma soprattutto dimostra che in città cè un diffuso malessere per la qualità della vita, che non si può camuffare con qualche taglio di nastro in più. La città soffre, i servizi minimi non sono garantiti. Sembra quasi che garantire la mobilità ai cittadini, ad esempio, Veltroni lo consideri un fatto di secondo piano rispetto ai viaggi allestero e alle Notti Bianche. Noi dobbiamo mobilitare le forze vive della città, le famiglie, le associazioni del terzo settore, e creare unalternativa politica allattuale amministrazione. Che, non dimentichiamo, regge Roma da 15 anni».
Lesponente Udc si dice preoccupato per le recenti iniziative della Regione Lazio: Pacs, definanziamento agli oratori. Tutto, ovviamente, in perfetta sintonia con i diktat del Campidoglio. «La caduta di valori - dice Baccini - è uno dei motivi che mi hanno spinto a candidarmi sindaco. Occorre difendere il ruolo della famiglia tradizionale. Il buonismo di Veltroni nasconde in realtà progetti come quelli del Pacs, che sono unaggressione verso il mondo cattolico. Roma ha bisogno di unalternativa. La Cdl non ha saputo opporsi negli ultimi tempi allo strapotere di Veltroni e al dilagare dei Ds, che hanno fatto scomparire parte della Margherita e intaccato lo stesso perimetro del centrodestra». Insomma, Baccini sembra dire: Veltroni lo possiamo battere solo uscendo dalla logica dei partiti, per vincere occorre rivolgersi pure a quellelettorato di centro che finora ha sostenuto la maggioranza ulivista: «La mia candidatura vuole andare oltre la partitocrazia, recuperando voti al di là della Cdl» ribadisce. Intanto, però, Forza Italia annuncia che, in mancanza di accordi, lunedì farà il nome del proprio candidato sindaco. Il terzo della Cdl. «Confido molto - replica il ministro della Funzione pubblica - che Forza Italia contribuisca, come sto facendo io, alla nascita di un soggetto moderato. La mia candidatura è un appello a tutti i moderati di questa città».
Ciocchetti sostiene a spada tratta Baccini e il suo progetto: «Dalla sua parte Baccini ha una grande capacità di relazione con il mondo cattolico, particolarmente importante in una città come Roma. Senza dimenticare i risultati raggiunti come ministro della Funzione pubblica, come la recente firma del contratto degli statali». E in questa città, è sottinteso, che è anche la capitale dei Ministeriali, contano molto pure loro. Ma per vincere occorre superare la logica della partitocrazia: «A Roma, alle ultime comunali, siamo andati sotto di 200mila voti in rapporto al candidato del centrosinistra, - insiste il neo-segretario regionale - quindi serve qualcosa di nuovo del solito rito dei partiti. Baccini è luomo giusto».
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