Cesare G. Romana
da Milano
Il Mito ha un aspetto qualunque, che attutisce la soggezione senza ledere il carisma: bassino, canuto, silhouette smilza di chi fa molto sport e non frequenta il binomio genio & sregolatezza. Però un mito è sempre un mito: e così eccoci in un piccolo esercito, a salutare Burt Bacharach e il nuovo album At this time, presentato in uno di quei riti giulivi che i discografici chiamano round tables, e noi più banalmente conferenze stampa.
Viceversa At this time, che esce venerdì prossimo, è un album per niente rituale, anzi parecchio spiazzante rispetto alle abitudini di Bacharach, autore di vena nobilmente classica, pontefice anzi del pop più rotondo, melodioso e senza tempo. Il che sussiste anche qui, intendiamoci. Senonché i testi contengono un senso allarmato dellattualità, un impulso protestatario impensabile in Bacharach fino a ieri. Cè anche una veemente frecciata antigovernativa e antibellicista, in Who are these people, splendidamente cantato da Elvis Costello. Dove Bacharach, al suo esordio come autore di testi, non si nega il gusto acre dellinvettiva: «Chi sono questi individui che continuano a mentirci - li recita lui stesso, i versi, ai cronisti «di questo stupendo paese che è lItalia» - come riescono a controllare le nostre vite / chi fermerà questa violenza senza controllo / fateli smettere: troppa gente muore senza motivo / e questi bugiardi si sono appropriati della terra fingendo di pregare». Mica le manda a dire, il maestro: neanche il Bob Dylan di Masters of war fu così apocalittico.
La svolta, Bacharach la spiega così: «Ho sempre scritto canzoni damore, non ho mai fatto politica. A volte non ho nemmeno votato, non ho mai protestato per il Vietnam o per la crisi di Cuba. Ma dopo l11 settembre ho cominciato a chiedermi: ho tre figli, hanno 9, 12 e 19 anni, che futuro li aspetta? Dateci leader che vadano meno in vacanza e provino più empatia nei nostri confronti. Dateci governi con meno yes men e più cervelli, e un mondo dove lamore non sia più negletto. In unaltra canzone dico: "Dovè andato il cuore / tutti i cuori sono spariti / perché non si sognano più nuovi sogni". Ora, lo so che, prima o poi, lamore vincerà. Ma intanto?».
Intanto ecco questalbum che uno scrittore irlandese ha definito «un pugno nello stomaco sferrato con guanto di velluto». Dove il velluto sono le sapienti melodie di Bacharach, le sue orchestrazioni rigorose e colte, la sua classicità mai retriva e mai greve. Anzi, a volte, sorprendentemente moderna: non per caso interviene, nellalbum, Dr. Dre, lalter ego musicale di Eminem «che mi ha proposto alcuni loop ritmici e io vi ho sovrapposto archi, fiati e cori». E i ritmi hanno unattualissima vivezza, al respiro sincopato di Please explain seguono il violoncello elegiaco e la tromba garrula di Where did it go?, in In our time e in Dreams Chris Botti introduce nuances milesdavisiane, in Who are the people Costello è davvero grande: indignato, «rabbioso come il brano richiede e come io lho scritto», dice il maestro, riconoscente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.