Il bacio perverso della violenza criminale

I l 10 gennaio del 1961 moriva in un ospedale di New York lo scrittore Dashiell Hammett a causa di un tumore generato dai postumi di una lunga tubercolosi che lo aveva minato per anni nel fisico. Scompariva così all’età di 66 anni, in stato di semipovertà e affidato alle cure della scrittrice di teatro Lillian Helmann, il padre dell’hard-boiled americano. E su quella paternità non ci sono mai stati dubbi perché a confermargliela fu in una delle sue lettere nientemeno che Raymond Chandler che dichiarava così pubblicamente: «Non sono stato io a inventare il racconto poliziesco hard-boiled e non ho mai fatto segreto della mia opinione per cui la paternità di questo genere letterario vada ascritta a Dashiell Hammett». Chandler era profondamente convinto che Hammett per primo avesse aperto una breccia nel cuore nero dell’America, inventando eroi come il malinconico investigatore Sam Spade, il misterioso Continental Op, il raffinato Nick Charles, l’avventuriero senza scrupoli Ed Beaumont. «Hammett - chiariva sempre in quella stessa lettera il papà di Philip Marlowe - ha scritto per quelli che prendono la vita di petto, aggressivamente. Questi non avevano paura dei lati oscuri dell’esistenza, vecchie conoscenze per loro. La violenza non li sgomentava: era ordinaria amministrazione nel loro quartiere. Hammett ha restituito il delitto alla gente che lo commette per ragioni vere o solide, e non semplicemente per fornire un cadavere ai lettori, e lo ha fatto compiere con mezzi accessibili, non con pistole da duello intarsiate, curaro e pesci tropicali. Ha messo sulla carta i suoi personaggi com’erano e li ha fatti parlare e pensare nella lingua che si usa di solito per tali scopi».
D’altra parte era stato semplice per Dashiell Hammett acquisire quel linguaggio perché era cresciuto proprio per la strada e per anni si era trovato a catturare in prima persona proprio i delinquenti da lui descritti in celebri romanzi come Piombo e sangue (1929), Il falcone maltese (1930) e La chiave di vetro (1931). Dopo aver svolto le occupazioni più disparate (venditore di giornali, commesso, stivatore, operaio delle ferrovie, copywriter), fra le pagine di un quotidiano di Baltimora, Hammett lesse un annuncio dell’Agenzia Pinkerton che cercava nuovi detectives. Così, a soli vent’anni entrò a far parte di quella formidabile squadra investigativa privata (a questo affascinante periodo della sua vita sono stati dedicati alcuni romanzi da Joe Gores e il film Wim Wenders, Hammett - Indagine a Chinatown, del 1983) e svolse l’attività di segugio dal 1915 al 1922, facendo tesoro di quell’esperienza per la sua attività di romanziere.
Per celebrare i cinquant’anni dalla morte del grande scrittore americano la Mondadori ha deciso di ripubblicare il prossimo 15 gennaio negli Oscar due volumi fondamentali come Continental Op e L’Uomo Ombra. Nelle sette storie contenute nella prima antologia (tradotte da Nicoletta Bianchi) è protagonista il suo primo personaggio seriale (apparso in rivista nel 1923 e che sarà al centro di ben 28 racconti e due romanzi come Piombo e sangue e Il bacio della violenza), un detective senza nome che lavora per la Continental Agency (non dissimile per struttura alla Pinkerton per cui operò Hammett).
Il Continental Op è un investigatore tutt’altro che affascinante visto che è basso, tarchiato e stempiato. Non ha una casa né una famiglia ed è estremamente rispettoso del codice impostogli dall’Agenzia e per questo è cinico e tenace. Di tutt’altra pasta la coppia composta dai coniugi Nick e Nora Charles protagonista del romanzo L’Uomo Ombra (1932). Hammett in questo caso realizza una deliziosa commedia gialla in costume in cui si mescolano romanticismo, ironia e suspense e propone un’insolita coppia di detective per caso composta da Nick Charles, ex investigatore privato di origine greca (il suo vero nome è infatti Charalambides), e dalla sua ricchissima moglie Nora. Nick e Nora, assieme al loro inseparabile cagnolino Asta, cercano di vincere la noia quotidiana risolvendo i piccoli e grandi misteri che li circondano. Sul grande schermo i due eccentrici eroi di Hammett avranno il volto dei simpatici William Powell e Mirna Loy in una deliziosa serie cinematografica in sei capitoli inaugurata nel 1934 da L’Uomo Ombra, di W. S. Van Dyke (l’unico tratto dal soggetto originale di Hammett). Per coloro poi che volessero ripercorrere nel dettaglio la vita e la carriera dello scrittore americano sempre Mondadori ripropone l’accurata biografia Shadow Man, vita di Dashiell Hammett di Richard Layman (che contiene anche un inedito reportage dalle isole Aleutine dove l’autore scelse di andare come volontario militare durante il secondo conflitto mondiale) ma anche l’accuratissima selezione Romanzi e racconti nella collana I Meridiani (arricchita dalle preziose traduzioni d’autore di Attilio Veraldi e Alan D. Altieri). Preziosa e illuminante risulta anche la lettura del volume Mi rifiuto di rispondere (Archinto) che propone ai lettori italiani (con un’introduzione di Gianrico Carofiglio) le tre testimonianze in tribunale rese da Dashiell Hammet per difendersi dalla commissione del senatore McCarthy che lo accusava di attività filocomuniste.

Hammett si appellò al Quinto emendamento della Costituzione americana (che permette a ogni cittadino di rifiutarsi di testimoniare contro se stesso in un processo penale) e continuò a ribadire ad ogni domanda: «Mi rifiuto di rispondere». Probabilmente se al posto suo ci fossero stati in tribunale Sam Spade o il Continental Op avrebbero fatto sentire le loro ragioni a suon di piombo!

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