Sono due le motivazioni per le quali la Ferrari ha scelto Luca Badoer, 38 anni, di Montebelluna in provincia di Treviso, per rimpiazzare Schumacher. La prima è umana: un debito di riconoscenza nei confronti di un pilota che da 12 anni si occupa delle prove e dello sviluppo delle rosse monoposto. Quando nel 1999 il tedesco si ruppe una gamba a Silverstone, venne scelto il finlandese Mika Salo che era in forma e aveva disputato tre gare con la Bar al posto di Ricardo Zonta. La seconda è di carattere tecnico: il veneto viene considerato molto veloce. Più di quanto non lo sia il secondo collaudatore di Maranello, lo spagnolo Marc Gené.
Raggiunto lunedì sera da una telefonata del responsabile della Gestione Sportiva, Stefano Domenicali e subito dopo dello stesso Schumacher, Badoer non ha nascosto la sua emozione: «Sin da quando ero bambino - ha dichiarato - ho sempre voluto correre per la Ferrari. Mi dispiace molto per Michael perché so quanto ci teneva a questo ritorno: lo dico come suo amico e come suo tifoso. In questi giorni ci siamo sempre tenuti in contatto e abbiamo anche girato insieme sui kart a Lonato la scorsa settimana quindi ho potuto seguire da vicino quanto lui si sia impegnato in questo tentativo. Mi ha chiamato e mi ha detto che sarà sempre pronto a darmi dei consigli e farà il tifo per me».
Fra laltro Badoer, pur essendo questanno limitati i test, ha avuto tre volte la possibilità di guidare la F60. Qualche centinaio di chilometri giusto per conoscere la vettura. «Anche sul piano fisico - ha aggiunto Luca - ho sempre svolto unaccurata preparazione, proprio per essere pronto ad ogni evenienza, come del resto faccio da tanti anni ormai, visto che svolgo questo mestiere da tempo. Dopo lincidente occorso a Felipe ho ulteriormente intensificato il programma e sono certo che non avrò problemi sotto questo profilo. Intanto faccio gli auguri a Massa e ringrazio Domenicali e il presidente Montezemolo per la fiducia che mi concedono».
La carriera di Badoer, che vive con la compagna Alice dalla quale ha avuto un figlio, Brando, di circa 3 anni, è stata piuttosto sfortunata. Dopo un titolo nazionale del 1985 nei kart, si era messo in grande evidenza vincendo il campionato europeo di F3000 nel 1992. Quel risultato gli valse un ingaggio prima dalla Scuderia Italia, motorizzata Ferrari, poi da Minardi e Forti.
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