nostro inviato a Londra
E bisognava fare un giro ieri sera fuori dalla Royal Albert Hall prima che Claudio Baglioni salisse sul palco: cerano italiani, sì, e figurarsi se si sarebbero persi un appuntamento così. Ma in coda cerano anche inglesi, e tanti: segno che in quarantanni tondi tondi di musica Baglioni ha fatto centro anche fuori dallItalia. «La dimostrazione dellamore del pubblico straniero per me si potrà toccare con mano specialmente in quei Paesi con una piccola comunità italiana». Lui, che è sempre asciutto come un grissino e ha un entusiasmo che provate a fermarlo, spiega che «mi sono pentito di non aver fatto più concerti in giro per il mondo. Prima ci andavo spesso, ma cè stato un momento in cui ho avuto una sorta di crisi di identità: ero, se non sbaglio, in Slovenia per uno show, e mi sono accorto che era la vita a viaggiarmi addosso, non il contrario come sarebbe giusto. Così mi sono fermato».
Ha ripreso adesso: con un tour che non diventerà un semplice divertissement. E non è un caso che Claudio Baglioni viva unaltra giovinezza fatta di dischi, libri, spettacoli e concerti. E che lattraversi giorno dopo giorno con un entusiasmo che in tanti se lo sognano. «Il tour mondiale, che si intitola One world, è nato quasi per scherzo. Negli ultimi due anni ho fatto con Qpga un colossale viaggio nel tempo. Ora ho deciso di fare anche un viaggio nello spazio». Girerà tutti i continenti e proprio ieri ha annunciato lultima data, quella di Shanghai, il 28 ottobre. In quel giorno avrà fatto il giro del mondo in sei mesi passando anche per teatri epocali come lOlympia di Parigi o per questa Royal Albert Hall, costruita a fine Ottocento, perfetta nellarredamento e nella capacità di rispettare i suoni, insomma unautentica mecca della musica leggera. Volendo, Baglioni è uno dei veri ambasciatori dellitalianità pop. Ha un linguaggio studiato ma comprensibile a tutti. Unimpalcatura stilistica che è figlia del melodramma e ne mantiene la nobiltà. Una voce personale che ancora oggi, a 59 anni, conserva lagilissima estensione perché, diamine, mica è facile «tirare» le note tanto quanto riesce a lui anche qui, davanti a un pubblico educato.
Certo, la scaletta aiuta: è il suo greatest hits, praticamente sono tutti i successi impossibili da non riconoscere, a partire dalliniziale Avrai e passando per Tu come stai fino alla fine di Porta Portese e Qpga che sta per Questo piccolo grande amore in una versione dilatata e divertente. Quando sale sul palco, lui che è sempre concentratissimo, avrà avuto per qualche attimo davanti agli occhi tutti i ricordi della sua vita qui a Londra, dove è venuto per registrare dischi, per ascoltare concerti (ad esempio Stevie Wonder proprio qui) e anche, come un mese fa, a incontrare i ragazzi allIstituto italiano di Cultura.
Prima di andare in scena, ha ricordato scherzando: «Per costringermi a finire di incidere lalbum Strada facendo, la mia casa discografica mi aveva addirittura affittato un appartamento a Mayfair, una cosa enorme, tipo 800 metri quadrati: quando limpiegato me lha fatto vedere per la prima volta, girava con i pattini a rotelle tanto era grande». Tanto tempo fa.
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