nostro inviato a Lampedusa
Allora ci ha pensato Laura Pausini, ieri notte, a chiudere la settimana di OScia cantando e duettando con Claudio Baglioni e fissando nell'ideale registro del festival la massima più sincera: qui si viene per la musica, ma anche perché questa è la frontiera più meridionale d'Europa, la spiaggia dove attraccano i disperati in fuga dall'Africa e dall'Asia. Solo l'anno scorso sui sedici chilometri di quest'isoletta sono sbarcate quasi ventiduemila persone, tutte traghettate da ignobili barconi in cambio di gocce di sangue e denaro. Nel 2007, fa sapere il capo dipartimento del ministero dell'Interno, Mario Morcone, gli arrivi sono calati ma sono comunque aumentate le richieste d'asilo, che erano già seimila l'anno scorso. Ed è di fronte allo stillicidio dimenticato che Claudio Baglioni ha fondato nel 2003 il suo festival-laboratorio che, idealmente, è il trait d'union tra il grande pubblico e quest'enorme problema sociopolitico. Il palco è sulla spiaggia della Guitgia e poco più in là proprio ieri sono arrivati altri 13 clandestini pronti a disperdersi in Italia, più o meno guidati dalle nostre istituzioni. C'è Baglioni, quindi se ne parla: e di questo lui ha un merito ancor più grande dello sforzo, genuino e un po retorico, che richiama qui ogni anno fior di artisti e trasformando OScia nell'evento più importante d'Europa in materia dintegrazione. Lui dice, citando Martin Luther King, che non teme «le grida dei violenti ma il silenzio degli onesti» e concediamogli questa scappatella ridondante perché si capisce che ci crede.
Quello che conta è che sul palco in una settimana sono passati decine di artisti, dall'Orchestra di Piazza Vittorio passando per Avion Travel, Simone Cristicchi, Alex Britti, Nicky Nicolai, Serena Autieri, Stefano Di Battista, Paola Cortellesi e un'altra ventina di nomi che più diversi non si può. D'altronde in qualsiasi altro posto in Italia è difficile vedere in scena, come è successo venerdì, un Franco Califano, gigione e commovente, e subito dopo i rockettari delle Vibrazioni, che musicalmente sono agli antipodi e pestano duro sulla batteria ma sanno muovere i giovani come pochi altri. E anche qui lo hanno fatto, con un concerto pieno di gusti anni '70. Mentre suonavano, sotto il palco c'era una ventina dei ragazzi sbarcati lunedì sera, tutti in regolamentare tuta e tutti penosamente in balia del destino. Anche per loro, mescolati a oltre seimila persone, ieri sera si sono esibiti Mario Biondi, il mago Casanova (nel suo show dellaltra sera, dice Baglioni, ha «miracolosamente indovinato tutti i trucchi»), e poi Don Backy, Fabio Concato, la maltese Ira Losco, Eugenio Bennato, Alex Britti e Laura Pausini che ha cantato quattro brani (Io canto, Come se non fosse stato mai amore, Tra te e il mare e Vivimi) e poi ha duettato con Baglioni in Strada facendo. Già, i duetti: il divo Claudio non si è risparmiato e forse il più riuscito è stato Una domenica bestiale con Concato. Di certo, fa più notizia lo Stand by me cantato con un Paolo Bonolis che anche qui, nel pozzo della vera disperazione, non ha mancato di far polemica.
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