Bagnasco accolto dalla Resistenza al campo rom

Pulizie straordinarie e integrali, al campo nomadi di Molassana, in occasione della visita di ieri del cardinale Angelo Bagnasco. L’operazione-bonifica compiuta brillantemente in loco nei giorni scorsi dagli addetti dell’Amiu - che sarebbe bene fosse regolarmente ripetuta, al di là delle circostanze eccezionali - non può comprende invece le zone vicine in cui sosta il porporato. Dove si apre la sezione dell’Anpi, ad esempio, che esibisce in bella mostra una scritta a dir poco lontana dallo spirito evangelico e anche del politically correct auspicato dal vertice delle istituzioni. «Onore ai caduti partigiani, fango ai caduti fascisti» è riportato a caratteri cubitali a fianco della porta d’ingresso della sezione, in piena evidenza. Nessuno può ignorarla, nemmeno il cardinale arcivescovo e presidente della Cei che transita a breve distanza. Ma Bagnasco si limita a parlare del campo nomadi che - dice subito - «non può essere una sistemazione permanente». Poi afferma, rivolto ai rom: «Porterò nel mio cuore e nelle mie preghiere il vostro desiderio di uscire di qua» e, «molto volentieri porterò nelle sedi competenti le vostre richieste, con una parola e un incoraggiamento».

E proprio in merito alle richieste dei nomadi, che chiedono integrazione e case, il cardinale ribadisce: «Occorre dare risposte da tutte le parti, per una convivenza il più possibile serena, produttiva e positiva fra tutte le diverse presenze della nostra gente. Con la volontà di una reciproca accoglienza». E soprattutto con «tranquillità e serenità». Al contrario, par di capire, di quello che esprimono certi cartelli.

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