Hallowen non fa paura. Semplicemente, da noi, non ce nè bisogno. È il parere dellarcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ieri, giorno di Ognissanti, ha ribadito quali siano i principi a cui il mondo cattolico deve far riferimento in questi giorni: «La tradizione cristiana di cui il nostro Paese è impregnato non ha assolutamente timore dei morti del mondo oltre la vita presente. Ne abbiamo una visione serena, rasserenante», risponde Bagnasco ai cronisti che gli chiedono un giudizio sulla festa di Halloween. Un modo per chiarire ancora la posizione della Curia genovese sulle tradizioni anglosassoni che si stanno affermando anche in Italia. Ma Bagnasco non attacca Halloween, non dice nulla che possa confermare la crociata anti-streghette che gli era stata attribuita e che la stessa arcidiocesi aveva già seccamente smentito. La visione dei morti che hanno i cristiani, ha proseguito il prossimo cardinale, «è quella delle anime dei defunti che sono nel cuore di Dio e che sono quindi nostri fratelli, amici, intercessori, senza bisogno di nessun ritualismo particolare». Quindi, lungi dal dare una benedizione alla festa di importazione che sta prendendo campo anche in Italia, ma che resta confinata in un «carnevale» anticipato per i più piccoli alle prese con dolci e scherzetti, Bagnasco non sembra proprio volerla demonizzare, attribuendole più significato di quello che ha. La religione cattolica resta su un piano assai diverso, ben più alto di una semplice tradizione popolare.
E anche nella sua omelia larcivescovo offre parole che vanno oltre le cose di tutti i giorni, che invitano a riflettere sugli aspetti davvero importanti e profondi della vita: «Spesso siamo talmente presi dalle cose materiali da dimenticarci che il Signore ci è vicino. Così ci curiamo poco della nostra anima, che è di noi la realtà più reale».
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