Oltre mille soldati sauditi sono sbarcati in Bahrein per difendere il regime sunnita dei Khalifa, da settimane bersaglio delle proteste della maggioranza sciita. Lintervento, che rientra in unoperazione decisa dal Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc) per il ripristino della sicurezza nel regno-arcipelago, è stato definito un «atto di guerra» dallopposizione, che ha gridato alla «cospirazione» contro il «popolo inerme».
La tensione nel Paese è subito salita, con migliaia di manifestanti di nuovo in piazza a Manama, dove nei giorni scorsi ci sono stati scontri durissimi con numerosi dimostranti feriti con armi da fuoco. Gli Usa, che hanno nel Bahrein unimportantissima base navale, hanno esortato le truppe del Gcc a rispettare i diritti del popolo e a «sostenere il dialogo, non minarlo». Un analogo avvertimento è arrivato dallIran, che con il ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, ha messo in guardia il regime dalluso della violenza contro i manifestanti.
Lintervento di Teheran preoccupa gli alleati di Manama, in primo luogo lArabia Saudita, appena lambita dallondata di proteste ma timorosa che lIran possa segretamente sobillare gli sciiti del Golfo. Non a caso, re Abdullah è stato il primo a rispondere alla richiesta di aiuto lanciata dal Bahrein. Il contingente saudita è incaricato di proteggere le infrastrutture strategiche del Paese, impianti petroliferi ed elettrici, ma anche centrali bancarie e finanziarie.
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