Quando nel 1989 Qiu Xiaolong decise di recarsi negli Stati Uniti per scrivere un libro sul poeta Thomas Stearns Eliot non si sarebbe mai immaginato di non ritornare più in Cina. Qualche settimana dopo avvennero infatti le proteste studentesche di piazza Tiananmen e il nome di Qiu Xiaolong finì nella lista nera di chi fiancheggiava e finanziava il movimento studentesco. Per un po ha cercato di raccontare il proprio Paese attraverso la letteratura e nel 2001 ha inaugurato, con La misteriosa morte della compagna Guan, la fortunata serie poliziesca che ha per protagonista lIspettore Chen Cao. Sono romanzi che raccontano in maniera critica la Cina contemporanea scandagliandone lanima criminale e le contraddizioni del regime comunista. Nel recente La ragazza che danzava per Mao, edito da Marsilio, lautore svela costumi e abitudini del leader del Partito Comunista Cinese attraverso unindagine ambientata nella Shanghai dei locali alla moda, delle scuole di pittura e delle feste danzanti, in una storia che ha al centro le «favorite di Mao».
«Allinizio - racconta Qiu Xiaolong - pensavo solo di scrivere un libro sulla società cinese e il suo stato di transizione. Mi sono poi accorto che scegliere come protagonista un poliziotto mi permetteva di raggiungere il mio scopo sociologico in maniera originale. Chen Cao come ispettore può attraversare Shaghai cercando di dare risposta alle domande che gli propone la gente: trovare risposte fa parte del suo ruolo di investigatore».
Che immagine propone della Cina, nei suoi libri?
«Unimmagine complicata. Le storie di Chen Cao riflettono i tempi difficili che le persone stanno vivendo nella Cina contemporanea: lirrealizzata apertura sociale, lincontrollabile corruzione del partito, il restringimento del controllo ideologico, il sorgere dellinflazione e la frana etica che spazzano il Paese...».
Nel suo ultimo romanzo lei descrive un Mao molto diverso da quello sostenuto dal Partito Comunista.
«Certo. Il tema della devastazione portata da Mao fra il popolo cinese è un tema che il Partito Comunista ha sempre evitato di toccare, mantenendo il ritratto di Mao ancora appeso al cancello di Piazza Tiananmen come fondatore del Partito. Ma è importante rivelare la vera immagine di Mao. I recenti eventi di Chongqing provano alcune cose: alcuni maoisti sono ancora fedeli al grande timoniere e senza una vera denuncia di Mao la Rivoluzione Culturale potrebbe tornare. Possibilità di cui il premier Wen è ben consapevole viste le sue dichiarazioni di un mese fa».
La tangenza fra crimine, politica e corruzione è il punto centrale della sua storia?
«Con un potere assoluto in un sistema monocolore la corruzione e il crimine sono inevitabili. Mao commise tutti quei crimini perché era stato corrotto dal potere assoluto. E sotto questo aspetto nella Cina attuale le cose stanno peggiorando. Le triadi stanno vivendo una nuova stagione».
Ma cosa fanno di diverso, dal punto di vista criminale, rispetto agli anni 20 o 30?
«Hanno dovuto imparare a essere legate agli ufficiali del Partito».
Chi era realmente La ragazza che danzava per Mao?
«Era una ballerina della quale Mao si infatuò e con la quale amava danzare. Venne perseguitata (o, come sostengono alcuni, assassinata) durante la Rivoluzione Culturale per ordine di Madame Mao».
Quali reazioni hanno suscitato i suoi gialli in Cina?
«È stata permessa la traduzione di alcuni miei romanzi, tagliati e con modifiche. Shangai è stata trasformata nellanonima città di H. e ai giornali controllati dal governo è stato intimato di non parlare troppo dei miei libri».
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