Ballerini: «Mi sento un pugile suonato»

Incredulità, sgomento e dolore. Questa la reazione di Franco Ballerini, il ct d’oro del ciclismo azzurro. «È un duro colpo per il nostro sport, purtroppo l’ennesimo ­ dice il tecnico azzurro, vincitore con Paolo Bettini di un oro ad Atene, oltre ai mondiali sempre con il corridore livornese, Cipollini e Ballan -. Non me la sento di commentare una notizia così grave a caldo, vorrei capirne di più. Adesso come adesso mi sembra d’essere un pugile suonato che ha ricevuto un colpo basso, sotto la cintura. Un brutto colpo. Sono senza fiato e non ho la serenità necessaria per commentare una notizia che fa troppo male, a tutti».
Addolorato, scosso, anche il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco. «C’è poco da dire, c’è solo da riflettere e stringere ancora di più le maglie dell’antidoping. Il ciclismo sta facendo molto, tanto, ma è evidente che bisogna fare di più». Basito anche Francesco Moser. «E dire che io su Davide Rebellin la mano sul fuoco l’avrei messa ­ dice l’ex campione trentino -. Un ragazzo serio, scrupoloso, appassionato del suo mestiere. È un fulmine a ciel sereno. La cosa che non mi convince sono questi esami che arrivano dopo otto mesi. Ma è mai possibile? Otto mesi dopo si scopre che sei atleti hanno barato. La cosa è inammissibile».
Duro, molto duro, Angelo Zomegnan, direttore del Giro d’Italia. «Non vorrei apparire sgradevole, né tantomeno precipitoso, ma a questo punto, alla luce di questa ennesima positività mi viene solo da dire che Rebellin non è nuovo a queste cose. Mi pare che su di lui, qualche anno fa, si siano addensate diverse ombre. Diciamo che oggi io non mi sorprendo di questa notizia». A questo punto che fare? «Intanto inasprire la lotta al doping, ma anche velocizzare gli esiti dei controlli. Non si può arrivare dopo otto mesi a sapere chi ha barato o no: perché il Cio non ha pensato di farli prima? Io un’idea me la sono fatta: per sostanze come la Cera, che sono ritrovati quasi fantascientifici, che non si trovano per sbaglio in un omogeneizzato, bisogna arrivare alla radiazione immediata. Basta, chi viene trovato con il Cera o sostanze simili cambi mestiere».

Scusi Zomegnan, ma alla luce di questo ennesimo scandalo, pensa di dover prendere provvedimenti sul team di Rebellin? In parole povere: la Diquigiovanni Androni rischia il Giro? «No, e perché dovrebbe? La positività di Rebellin è il malcostume di una squadra vecchia. La Gerolsteiner non mi sembra che in questi anni sia stata esempio di lealtà sportiva».

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