Il ballo di Coppelia, bambola con l’anima

Piera Anna Franini

Ha debuttato a Fano l’11 novembre. Ha viaggiato per l’intera Italia – ad oggi trenta repliche – e ora approda a Milano, al teatro Carcano (oggi, domani alle ore 20.45 e domenica alle 15.30). È Coppelia, balletto in due atti su libretto di Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon e musica di Léo Delibes, un classico dei classici però rivisto e per certi versi rivoluzionato dal coreografo Luigi Martella e da Raffaele Paganini. Al seguito di Paganini, che vestirà i panni del mago Coppelius, la sua stessa compagnia itinerante (sua nel senso che ne è il direttore artistico e la viva con convinzione) con Scilla Cattafesta nel ruolo di Swanilda e Teresa Strisciulli nel ruolo della Bambola.
È Paganini a spiegare il tratto distintivo di questo balletto tratto da un racconto (L’uomo della sabbia) di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann ed entrato subito in repertorio con il 1871, anno del battesimo (alla presenza di Napoleone III). La struttura di base è quella che conosciamo: Swanilda, gelosa del suo fidanzato Franz, si introduce nell’atelier del mago Coppelius per capire chi sia la creatura che suscita le attenzioni di Franz. Scopre che la rivale è una bambola meccanica. E così via fino all’happy end di chiusura con i due innamorati festeggiati da tutto il villaggio.
Paganini sarà un Coppelius più ambiguo e misterioso di quello cui siamo avvezzi. «Ci siamo rifatti il più possibile al testo di Hoffmann e allo stesso tempo abbiamo voluto tradurre un personaggio legato a questa mia fase di carriera. Con Martella – prosegue Paganini – s’è così pensato di calare lo spettacolo negli anni Cinquanta-Sessanta, un’epoca di grande fermento in Italia che visse un momento di grande energia e crescita». Il Coppelius di Paganini poco ha a che fare con il Coppelius di prammatica, «il balletto è visto attraverso gli occhi di Coppelius che nel frattempo è diventato un grande appassionato di cinema. Ciò suscita curiosità nel villaggio. Swanilda sarà la prima persona a ricevere le chiavi dell’appartamento, poi un po’ tutti ragazzi del paese riescono ad introdurvisi. La nostra Coppelia rimane una favola». Con messaggi o morale, gli abbiamo chiesto? «No, vuole solo regalare un sorriso, non sentirei di trasmettere messaggi a nessuno. E poi, dopo anni di balletti cerebrali, credo sia interessante proporre anche semplici favole fatte per stimolare la fantasia dello spettatore che le interpreta come crede» osserva Paganini.
Da un punto di vista tecnico, Paganini ci ricorda che si tratta di uno spettacolo «basato sulla danza classica, pur di ispirazione contemporanea cioè legata a un coreografo particolare che è Martella». Coppelia ha attraversato l’intero stivale adeguandosi ai teatri di turno, «siamo una compagnia itinerante e quindi la duttilità, la capacità di adattarsi alle ampiezze dei diversi palcoscenici è di rigore», ancora Paganini.

Coppelia continuerà a circolare in Italia e all’estero (anzitutto Svizzera e Europa dell’est) fino al 20 agosto, quando Paganini riprenderà la fortunata produzione di Tanghi e Sirtaki che lo accompagnerà sino al dicembre 2006. E poi, di nuovo Coppelia.

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