Ballotta e Costacurta, nonni in trincea

I laziali sul portiere: «Ci ha dato sicurezza». Billy: «Emozionato come al debutto in azzurro»

Franco Ordine

Non hanno molta voglia di confezionare record a buon mercato e forse neanche di essere considerati esponenti di una razza speciale. Sono stagionati a sufficienza e non ne avvertono il peso se riescono nell’impresa di centellinare le rispettive presenze giocando a calcio quasi come dei debuttanti tutt’altro che allo sbaraglio. È uno dei rari effetti virtuosi del calcio moderno, di sicuro la celebrazione del talento individuale e la valorizzazione di una carriera scandita da buoni allenamenti e vita sana. Di mezzo c’è anche la fortuna: senza grandi né gravi incidenti è possibile circumnavigare i quaranta come sta succedendo a Marco Ballotta o come accade da qualche domenica anche a un professore del Milan berlusconiano, Alessandro Costacurta detto Billy, che di mestiere fa il difensore e che, a causa dell’infortunio toccato a Nesta, deve sottoporsi a una striscia inattesa di performances.
Ballotta visto nel derby di Roma è un inno ai capricci del destino: Peruzzi ammaccato, Sereni infortunato non sono intrecci che si possono ripetere. Eppure vederlo spuntare dalle viscere dell’Olimpico deve fare un certo effetto e magari attenuare anche le critiche per lo spazio concesso a Totti sul gol della Roma, se ne resta accoccolato in porta, invece che andargli incontro spavaldo e reattivo. «Eppure ha dato sicurezza alla Lazio» fanno sapere dal fronte come per levigare la fama dell’arzillo portiere che va per i 42 anni.
Il Costacurta ammirato a Cagliari e contro il Palermo meriterebbe un monumento, oltre che uno studio approfondito: vederlo uscire sano e salvo dalle corse con Esposito e Makinwa, due frecce, o dai duelli con Suazo e Caracciolo, che sono due marcantoni, be’ fa bene al cuore dei nostalgici ma anche al morale di molti cinquantenni col magone. Si può vivere a qualunque età una seconda giovinezza. «Costacurta è il trionfo dell’intelligenza - sostiene convinto Daniele Tognaccini, gran capo dei preparatori di Milanlab -. Billy è uno che si sottopone alle indagini e agli studi di Milanlab». E a furia di fare da cavia c’è adesso, nello staff tecnico, una specie di identikit fisico di Alessandro Costacurta. «Il prossimo difensore deve avere le sue caratteristiche fisiche» giurano in via Turati sapendo che sarebbe un miracolo incontrare uno con la testa di Billy.
Dove lo trovano un altro Costacurta? «Aspettiamo Achille - scherza l’interessato -. E non voglio che nessuno gli dica che suo padre a 40 anni andava in giro a fare brutte figure», spiega coccolando quella gioia di figlio che gli ha riempito la vita. «Ma a Cagliari prima di entrare in campo ero più emozionato di quando debuttai in nazionale nel ’93».

È lui che guida Maldini o sgrida Shevchenko sapendo che al fisico, nel calcio di oggi, si può chiedere qualunque cosa. Senza violentare la natura ma esaltando l’esperienza. Senza pensare ai record di longevità ma sentendosi un ragazzino tutti i giorni.

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