nostro inviato ad Appiano Gentile
«Non mi scuso con chi mi ha insultato, ma con quella parte di pubblico che non centrava niente e che ho offeso esprimendomi male perché esasperato dai buuù durante la partita e mentre uscivo dal campo». La linea difensiva di Mario Balotelli è quasi ingenua ma era apparsa chiara subito: non la città di Verona ma quelli che si sono divertiti a dileggiarlo. Forse hanno ragione quelli che non è solo una questione di pelle, ma di predicozzi sotto le feste ne abbiamo già sentiti tanti. Comunque il ragazzo è stato multato di 7mila euro dal Giudice sportivo, non per aver detto che il pubblico di Verona gli fa schifo, ma per aver rivolto un applauso definito provocatorio verso chi lo aveva esasperato. Un applauso. Premessa: se non fosse quello sbruffone che è, Balotelli non sarebbe quel campione che è. Con tutto il rispetto sarebbe un altro Matri, Acquafresca, Pazzini, Paloschi. Lui invece è da Nazionale subito. Terreno scivoloso e pieno di trappole, Massimo Moratti lo ha definito imbarazzante: «È un fatto molto personale, ma mi sembra eccessivo redarguire il giocatore». Quasi una difesa dufficio, in realtà la linea è altrettanto evidente, nessuna dichiarazione eclatante, Mario ha bisogno di equilibrio, perfino Mourinho tende ormai a sdrammatizzare gli atteggiamenti naif del giocatore. Mario è stato impulsivo e a modo suo ha fatto marcia indietro. Quelli saltati sui tavoli col dito puntato lo stanno facendo, il sindaco di Verona Flavio Tosi si è detto solidale con Mario nel condannare i cori razzisti di quasi tutti gli stadi dItalia, Moratti ha svelato che con Campedelli si è sentito: «Al momento della partita si dicono tante cose. Ci siamo sentiti telefonicamente e non cè nessun rancore da nessuna parte». È un passo avanti perché con Balotelli, sempre a Verona, cera già stato un precedente molto simile dopo un suo gol al Chievo: mise lindice alla bocca nel segno di zittire quelli che gli ululavano dietro. Perlomeno questa volta ha atteso la sostituzione prima di rivolgersi ancora una volta verso questa parte di pubblico. E Balotelli che riflette è un passo avanti, una mossa che dovrebbero fare tutti, compreso lo staff dellInter decimato dal Giudice sportivo: una giornata a Josè Manuel Ferreira de Morais, assistente di Mourinho, per aver rivolto pesanti insulti al direttore di gara, e una al preparatore atletico Rui Felipe da Cunha Faria, stesso motivo. Per chiudere il cerchio 15mila euro di multa anche alla società perché un esiguo numero di suoi sostenitori ha rivolto cori razzisti a un calciatore del Chievo, il vecchio Luciano, ex Eriberto, ex giocatore dellInter.
Ieri però doveva essere la giornata del ritorno di Goran Pandev, la sua presentazione ad Appiano con Oriali e Mourinho al fianco, il gol che non conta ma chissà come va a finire se non ribadisce la respinta di Yepes, dei suoi amici Kolarov e Ledesma che potrebbero raggiungerlo. «Avevo tante offerte e avrei preso anche più soldi. Ha prevalso il desiderio di tornare alla mia vecchia casa e poi sono qui per Mourinho, volevo lavorare con lui». In quale ruolo verrà impiegato lo ha spiegato lo stesso tecnico: «Con Chivu fuori e Santon con un ginocchio che si gonfia e si sgonfia, posso tamponare con Cordoba ma è una emergenza. Lui sulla fascia è uno che va - ha detto rivolto a Pandev -, chissà che non finisca per giocare terzino sinistro». Ghigno, ma con Mourinho meglio non fidarsi, anche se la battuta è sembrata più un messaggio a Oriali. LInter ora è costretta a giocare a carte scoperte, Kolarov serve più del pane e dopo lincidente di Chivu il mercato ha preso una svolta decisa. Ritirato Cordoba, risoluzione delloperazione Burdisso con il rientro in sede di Andreolli e in tempi stretti attacco frontale ai tesori di Lotito: comproprietà di Khrin o Biabiany, prestito di due giovani da scegliere fra Alibec, Obi e Fossati, più 20 mln per arrivare a Kolarov e Ledesma che a breve potrebbero andarsene a costo zero. In uscita Amantino Mancini al Marsiglia e Marco Materazzi al Panathinaikos.
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