
"Ma questo è un parco divertimenti!", urla un bambino, seguito dai compagni. Corrono tutti nel prato verde del giardino della Villa Reale di Milano e sono la plastica raffigurazione di ciò che l'arte dovrebbe provocare in chi vi ci s'imbatte: gioia. Bambini (e oche) passeggiano tra le sculture colorate di Sara Enrico, chiamata dalla curatrice Bruna Roccasalva a creare nel giardino non un'installazione ma un vero percorso espositivo. E così "Under the Sun, Beyond the Skin", settima edizione del programma "Furla Series" nato dalla collaborazione tra Fondazione Furla e GAM, per la prima volta punteggia felicemente di opere d'arte lo spazio esterno del museo.
Di solito il giardino di Villa Reale-GAM è accessibile solo ad "adulti accompagnati da bambini" ora invece chiunque, gratuitamente, potrà visitare fino al 14 dicembre la personale di Sara Enrico e ammirare il parco. "Siamo all'aperto: lo sguardo è libero di passare da un'opera all'altra ci dice Roccasalva e poi c'è la luce naturale, che rende le opere cangianti, e i piccoli visitatori che frequentano il parco. Una bella sfida per l'artista". Sara Enrico, biellese, classe '79, sorride con discrezione sabauda e aggiunge: "Non sono di Milano, non conoscevo il giardino, ma ho subito capito il valore anche affettivo che ha per molti cittadini. Per la prima volta mi sono confrontata con uno spazio aperto: tutti i lavori nascono dal dialogo tra l'architettura, le opere d'arte e la natura del luogo". Enrico costruisce una sorta di paesaggio nel paesaggio, in un percorso in cinque parti che comincia dalla terrazza della Villa: qui troviamo sculture in cemento della serie "The Jumosuit Theme", realizzate colando il materiale dentro un tessuto tecnico, quello delle tute usate dagli operai. Ne escono figure dalle sembianze umane che paiono sdraiate, una la troviamo anche sotto il Tempio d'Amore, vicino al laghetto. "Beyond the skin" è l'opera che si prende la scena: sono 23 elementi colorati e dalle forme sinuose, blocchi in gommapiuma industriale rivestiti da un tessuto i cui decori Sara Enrico ha ottenuto ponendo la tela sul piano di uno scanner. Ne esce dice l'artista - "un artificio nella natura". Il risultato è di grande effetto, così come il suo intervento su pezzi di un albero monumentale, il bagolaro, caduto durante il rovinoso temporale di due anni fa: l'artista ha recuperato parti del tronco, sollevandoli da terra con supporti metallici colorati.
Il percorso si chiude con due sculture in vetro e cemento, gusci che permettono di guardare dentro (dove si trovano le fome di un abito) e fuori (la natura circostante). Una mostra incantevole, che disegna un paesaggio immaginario in un giardino reale.