Massimo Restelli
da Milano
Dividendi «generosi» e la prospettiva di «margini in aumento» grazie a una struttura di costi in grado di gestire masse anche molto maggiori delle attuali. Lamministratore delegato Giorgio Girelli espone gli atout di Banca Generali che il 15 novembre taglierà il traguardo di Piazza Affari. Lidea della quotazione, spiega Girelli al Giornale, «è nata per la prima volta nel 2000» per poi essere però rimessa nel cassetto sia per proporre un gruppo più consolidato sia per attendere una fase di mercato più favorevole.
Visto che Banca Generali è un gruppo «con capitale in eccesso e un tier one prossimo all11%», affronta il mercato con unofferta pubblica di vendita secca: greenshoe inclusa il flottante sarà il 32%, mentre il Leone manterrà poco meno del 60% e Intesa il 7% circa. Malgrado gli incroci con Ca de Sass, Banca Generali resterà autonoma dal polo del risparmio gestito che Corrado Passera si è ripromesso di costruire attorno a Eurizon. «Per noi non cambia nulla. Fideuram è il nostro principale concorrente, non abbiamo alcun interesse né di breve né di lungo periodo» ha proseguito Girelli mostrandosi fiducioso sul fatto che non ci saranno problemi Antitrust (Il Leone manterrà unopzione call sulla quota Intesa in caso di violazione dellobbligo di non concorrenza). Dopo Milano, il road show farà tappa a Parigi, Londra, Francoforte e Amsterdam ma almeno per ora Banca Generali è una realtà italiana. «Nel 2000-2001 abbiamo valutato di esportare il progetto ma non è fattibile per la mancanza di forza lavoro, di promotori», ha proseguito Girelli. Oggi sarà ufficializzato il prezzo massimo ma lattuale forchetta (6,5-8,5 euro per azione) si traduce in valore compreso tra 723 e 946 milioni per Banca Generali che questo mese ha spinto «a 1,9 miliardi la raccolta netta» rispetto agli 1,4 miliardi di giugno (2,3 miliardi nellintero 2005).
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