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Bancari giù in Borsa con Unicredit cadono Intesa e Banco Pop

Nuova giornata in profondo rosso per Unicredit in Piazza Affari: dopo il -2,23% della vigilia, il titolo ieri ha lasciato sul parterre un altro 2,88%, scivolando a quota 2,03 euro e rinnovando i minimi degli ultimi sei mesi. Le azioni dell’istituto di Piazza Cordusio, oltre a continuare a scontare le notizie secondo cui le banche austriache (nel paese Unicredit controlla Bank of Austria) si starebbero preparando a ingenti accantonamenti in vista di nuove svalutazioni sui crediti, proseguono la fase di discesa «fisiologica» legata all’aumento di capitale da quattro miliardi che si concluderà domani.
Proprio ieri Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit, ha dichiarato che, dopo le due ricapitalizzazioni a distanza di un anno una dall’altra, ora il capitale della banca è «capiente». «Il vero problema - ha messo in guardia Palenzona - è che non c’è una domanda di credito». Tema, quest’ultimo, particolarmente controverso, perché molte imprese sostengono l’esatto contrario, ossia che siano le banche ad avere chiuso almeno in parte i rubinetti e ad avere quindi ridotto l’offerta di credito.
Ieri il titolo Unicredit in Piazza Affari è stato zavorrato anche dal giudizio di Morgan Stanley che, pur confermando il rating «overweight» (azione da «sovrappesare» in portafoglio), ha tagliato il prezzo obiettivo portandolo da 3 a 2,85 euro. Secondo quanto scrivono in uno studio sulle banche europee gli esperti di Morgan Stanley, il mercato avrebbe sottovalutato l’impatto negativo legato alle proposte del Comitato di Basilea sul settore, che necessiterebbe così entro il 2012 di 83 miliardi di capitale extra. Le ripercussioni negative delle regole di Basilea, unite a un quadro generale di incertezza politica, a parere del broker americano si tradurrebbero in minori dividendi per la maggior parte delle banche del Vecchio continente. Comprese le due italiane Unicredit, per la quale il dividendo per azione atteso per il 2010 scende da 0,03 a 0,02 euro, e Intesa Sanpaolo, la cui cedola stimata da Morgan Stanley scivola a 0,1 da 0,2 euro. Non a caso ieri la giornata di Borsa è stata scandita dal ritmo delle vendite un po’ per tutte le banche e soprattutto per Intesa Sanpaolo (-2,94% a 2,805 euro) e Banco Popolare (-4,65% a 4,87 euro). Quest’ultima, in particolare, ha anche dovuto fare i conti con un report di Credit Suisse, in cui si confermava il rating «underperform» (il titolo farà meno bene del mercato) con un prezzo obiettivo pari a 5,20 euro. La negatività sul titolo dell’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti, spiegano dalla banca d’affari elvetica, è riconducibile tra le altre cose alla controllata Italease, che costituisce un «rischio chiave» per il gruppo.

«Il recente prospetto pubblicato in occasione dell’aumento di capitale di Italease - afferma Credit Suisse - evidenziava ulteriori rischi che potrebbero condurre a nuovi accantonamenti». Insomma, secondo la banca svizzera l’istituto specializzato nel leasing «continuerà a incidere negativamente sul bilancio del Banco Popolare ancora per qualche anno».

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