Richiedere lestratto conto, fare un bonifico, pagare tasse e bollette, ricaricare il cellulare e investire in Borsa: tutto con un solo click su Internet dal computer di casa o dellufficio. Le banche online stanno guadagnando terreno tra le preferenze delle famiglie italiane. Sia chiaro labitudine a recarsi alla filiale sotto casa è ancora diffusa, ma aumentano i piccoli risparmiatori interessati a sfruttare le potenzialità di Internet per avere la propria banca disponibile sempre e dovunque, ogni giorno dellanno e 24 ore su 24.
Senza contare che, proprio perchè le banche online nascono come realtà «snelle», senza filiali sul territorio, riescono spesso a proporre alla clientela prodotti molto economici e a essere più «generose» per quanto riguarda i tassi di interesse. A dare lesempio sono state lolandese Ing con il «Conto Arancio» e Fineco, cui si sono affiancate negli anni realtà come CheBanca!, Iwbank e Webank.
Gli istituti online riescono in genere anche a ridurre allosso o, in casi come Ing Direct, persino ad annullare il costo del conto corrente: il parametro guida per scegliere è l«Isc», l«indice sintetico di costo», una sorta di «cartellino» che esprime il prezzo in euro di un conto corrente tipo secondo i sei profili di utilizzo studiati da Bankitalia. Tanto che secondo una recente ricerca delluniversità Bocconi, chi si affida alle banche online può spendere fino al 90% in meno per il proprio conto corrente rispetto a quanto accade negli istituti tradizionali. Prediligere una banca online perché più conveniente non significa peraltro rinunciare a qualcosa sotto laltrettanto importante aspetto della sicurezza. Dal punto di vista dei diritti del cliente non cè infatti alcuna differenza tra depositare i risparmi, fare accreditare lo stipendio o la pensione alla banca sotto casa o affidarsi a un istituto diretto che utilizza il proprio sito Internet come una grande filiale «virtuale», sempre aperta alla clientela. Indipendentemente dal canale bancario utilizzato, tradizionale o online, il denaro sul conto corrente è infatti garantito dallo Stato fino 103.291,38 euro per depositante. Una protezione forte (interviene il Fondo interbancario di garanzia), che vale anche nel frangente peggiore che si possa immaginare: il fallimento della banca. Un caso estremo che peraltro in Italia non si è verificato neppure al culmine della crisi delleconomia mondiale. Forse anche per questo, secondo alcune ricerche, oltre tre milioni di italiani si dicono favorevoli allapertura di un conto online. Il fascino dellhome banking ha raggiunto peraltro anche i non giovanissimi: a dirlo è una ricerca dellAbi (lAssociazione bancaria italiana) con Gfk Eurisko. I sessantenni consultano i motori di ricerca, leggono i giornali online, organizzano viaggi e tempo libero. E dal 2008 al 2009, tra gli home bankers la fascia degli over 55 è quella che è cresciuta di più. In aumento anche le donne, tanto che dal 2002 al 2009 i clienti bancarizzati sono più che raddoppiati nelluso di Internet, dal 11% al 30%.
Come è prevedibile, nellavvicinarsi alle banche online giocano tuttavia sia fattori geografici sia di formazione: il 54% degli home bankers risiede infatti nel nord Italia contro il 25% di Sud e Isole. Si tratta, inoltre, in genere di una clientela con una cultura elevata: circa la metà ha infatti unistruzione media superiore e il 20% è laureato.
Lalternativa per chi ha poca pratica di Internet è rivolgersi ai servizi di call center con cui le banche online completano la propria offerta (con professionisti del settore che rispondono alle domande dei clienti) oppure affidarsi alle offerte online delle banche tradizionali: i costi sono in genere più elevati ma il cliente può continuare a rivolgersi in filiale nel caso si presenti un problema.
Va comunque sfatato il mito che la banca diretta sia adatta solamente per gli appassionati di tecnologie e gli internauti.
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