
Un matrimonio mai nato, un progetto infranto. L’offerta ostile di Bbva per conquistare il Banco Sabadell si è chiuso con un sonoro fallimento: appena il 25,5% del capitale favorevole, ben lontano dalla soglia di controllo. Finisce così, diciassette mesi dopo, la saga che avrebbe dovuto ridisegnare la mappa bancaria spagnola.
Per il presidente di Bb va, Carlos Torres, è una sconfitta personale: aveva scommesso sul progetto per portare il gruppo basco al livello dei giganti europei, ma resta con un pugno di mosche. «Un’occasione perduta per tutti», ha detto.
Nessuna dimissione però, solo la promessa di guardare avanti con un piano di maxi-remunerazione da 36 miliardi entro il 2028, quasi a voler trasformare la delusione in dividendi.
Sul fronte opposto, per Sabadell è il giorno della festa. «Gli azionisti hanno dato ragione a chi crede nel valore dell’indipendenza», ha esultato il presidente Josep Oliu.
Il quarto istituto di credito spagnolo rivendica il suo ruolo di banca per le piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia catalana.
E non a caso, dal governo di Madrid alla Generalitat, la bocciatura dell’Opa è stata accolta come una buona notizia: meno concentrazione, più autonomia. Resta però l’ombra di un sistema bancario che, tra fusioni mancate e sospetti di centralismo, continua a cercare un equilibrio tra ambizione europea e radici locali.