
Il risiko finanziario è tutt'altro che finito. Anzi. Il riassetto innescato dalla conquista di Mediobanca da parte di Mps, nonché dalla fusione Bper-Sondrio, ha portato il sistema bancario a un punto di svolta. Le dimensioni non sono più un'opzione, ma una necessità per restare competitivi. Ecco perché si prospetta un secondo round del consolidamento e i riflettori restano accesi sul Banco Bpm. Secondo quanto risulta a Il Giornale, l'istituto guidato da Giuseppe Castagna sta valutando acquisizioni di piccole banche. I dossier sul tavolo sarebbero tre: Cr Asti (oggi chiamata Banca di Asti), il Banco Desio e la Banca Popolare di Puglia Basilicata. Tutti e tre gli istituti hanno accordi di distribuzione con Anima sgr - di cui il Banco dopo l'Opa detiene l'89% del capitale - che quindi viene utilizzata come una sorta di radar.
Della Banca di Asti il Banco è anche azionista con una quota del 9,99 per cento. Qualche tempo fa l'istituto piemontese era entrato nella ridda di voci sul risiko con la Popolare di Sondrio data per interessata a una possibile scalata. Tutto, poi, si era fermato quando la stessa Sondrio era entrata nel mirino di Bper. Non solo. Lo scorso aprile, la Fondazione cassa di risparmio di Asti ha affidato il ruolo di financial advisor a Equita «per la valutazione del patrimonio con particolare riferimento alla partecipazione nella banca conferitaria» che oggi è pari al 31,8 per cento. L'ipotesi è, dunque, di una cessione della quota di controllo nell'ottica di prevedere una concreta diversificazione dell'attivo dell'ente.
Sullo sfondo, bisogna capire come si evolveranno le relazioni con il Crédit Agricole: a fine settembre rappresentanti della Banque Verte avrebbero discusso con funzionari del governo italiano le condizioni per una possibile integrazione tra la filiale italiana della banca francese e Banco Bpm dopo che la banca in luglio ha richiesto l'autorizzazione dell'autorità di vigilanza per detenere fino al 29,9% del Banco e aver utilizzato contratti derivati per salire a poco più del 20 per cento. Il 24 settembre Castagna era stato ricevuto a Palazzo Chigi per un incontro con Gaetano Caputi, capo di gabinetto di Giorgia Meloni, durante il quale si sarebbe parlato anche dell'Agricole. Lo stesso giorno il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, era stato comunque chiaro ricordando che l'esercizio del golden power «vale per tutti» (non solo per Unicredit) e non fa distinzione tra i banchieri che hanno intenzione di operare in Italia nel capitale degli istituti italiani.
Le mosse di Castagna saranno forse più chiare dopo che verrà deciso chi prenderà il timone di Anima lasciato da Alessandro Melzi d'Eril (futuro amministratore delegato di Mediobanca).
In pole position ci sono Pierluigi Giverso, co-direttore generale di Anima Holding (il suo nome sarebbe, dunque, in totale continuità con Melzi), e Alessandro Varaldo, attuale ad di Banca Aletti, la banca private del gruppo di Piazza Meda.