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BTP e Conto deposito: su quali conviene investire (e perché)

Scopri la differenza tra i BTP e conti deposito per capire quale soluzione di investimento potrebbe essere più vantaggiosa per il tuoi risparmi

BTP e Conto deposito, su quali conviene investire e perché
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Tra gli strumenti finanziari esistono diverse opzioni per proteggere i risparmi dall’inflazione. Tuttavia in questi periodi di incertezza economica e spesso una bassa conoscenza delle opzioni presenti sul mercato, le famiglie italiane sono spinte a lasciare i soldi sul conto corrente.

Soluzione tuttavia dannosa che in un momento di inflazione così alto porterà nel tempo ad una perdita netta del proprio denaro. Due strumenti comuni per proteggere i propri risparmi sono i conti deposito e i BTP. Meglio farsi conquistare dalle offerte dei conti deposito o affidarsi ai vecchi BTP? In questo articolo analizziamo le differenze per capire quale può essere la scelta migliore.

Cosa sono i BTP

I BTP, ovvero i Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli di Stato che servono allo Stato per raccogliere denaro e finanziare investimenti strategici per il paese o l’indebitamento. Chi acquista BTP sta quindi sostanzialmente prestando soldi allo Stato che promette di restituire il capitale più gli interessi entro la loro scadenza. I BTP, oltre che in banca o presso l’ufficio postale dove si detiene un conto titoli, si può sottoscrivere anche online, attraverso il proprio home-banking se abilitato alla funzione di trading-online, senza quindi recarsi in filiale o presso gli uffici postali.

Cosa sono i conti deposito

I conto deposito è uno strumento finanziario, generalmente offerto dalle banche, ed ha come scopo quello di far fruttare rendimenti sul denaro al suo interno. Una sorta di salvadanaio in cui si deposita il proprio denaro per un certo periodo di tempo prestabilito ed in cambio la banca ricompenserà pagando degli interessi. Possono essere aperti sia presso lo sportello bancario sia online e generalmente non presentano nessun costo di gestione, rendendoli un prodotto semplice e conveniente, come queste sei offerte disponibili.

Quali sono le differenze e quale conviene

Tra le prime differenze c’è la fiscalità ovvero la tassazione sugli interessi. Mentre i rendimenti dei conti deposito sono tassati al 26%, i BTP godono di una aliquota agevolata del 12,5%, meno della metà. Considerando l’effetto della tassazione, anche se spesso i tassi dei conti deposito (lordi) risultano più alti dei Btp, i rendimenti potrebbero comunque rivelarsi più bassi.

Capire il rendimento del conto deposito è più semplice, corrisponde semplicemente all’interesse annuo lordo. Il meccanismo dei Btp invece è meno immediato, il suo rendimento complessivo infatti è il risultato della combinazione di due fattori: la cedola che viene versata semestralmente e la differenza di prezzo del Btp tra il momento dell’acquisto e della vendita.

La durata dell’investimento è molto diversa, mentre i BTP sono titoli a medio-lungo termine emessi con scadenze pari a 3, 5, 7,10, 15, 20, 30 fino a 50 anni, i conti deposito hanno scadenze più brevi, fino a 5 anni. I Btp, per coloro che lo acquistano e detengono fino alla scadenza stabilita, offrono un ulteriore rendimento, chiamato “premio fedeltà” pari generalmente al 0,5/0,8% del capitale investito.

Per quanto riguarda il rischio di tenere i propri risparmi su un conto piuttosto che possedere dei titoli di Stato italiani, la preferenza tende verso i titoli di Stato. Mentre i BTP hanno la garanzia dello stato, ovvero si è a rischio solo in caso l’Italia fallisca, la garanzia sui conti deposito non è illimitata. La copertura è garantita fino a 100.000€ dal FITD (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi). Tuttavia essendo investimenti a lungo termine gli interessi possono cambiare negli anni.

C’è poi la questione della liquidabilità: come abbiamo visto, i conti deposito con i migliori interessi spesso non prevedono la possibilità di ritirare in anticipo il proprio denaro. O, se la prevedono, le penali rischiano di azzerare tutto il guadagno maturato. I Btp invece possono essere venduti, ma si rischia di subire una perdita ed ovviamente l'interruzione dei pagamenti della quota di interessi e delle cedole, oltre la perdita del premio fedeltà.

Un’altra differenza è la soglia di accesso, per investire in Btp è necessario una somma non inferiore ai 1.000€ e suoi multipli. Al contrario per i conti deposito non ci sono vincoli legati alla cifra da investire. Sono gli istituti che decidono l’importo minimo da investire, esistono conti deposito a partire anche solo da 1€ come banche con una soglia minima di 5.000€.

Ci sono poi ulteriori fattori da considerare sui titoli di Stato, se vogliamo fare il confronto con i conti deposito, fra questi il fatto che i titoli di stato godono di alcuni vantaggi come il il fatto che per legge non rilevano ai fini dell’imposta di successione da cui sono totalmente esenti indipendentemente dal loro valore.

Quindi quale conviene tra i conti deposito e i Btp? Dipende molto dalla propria propensione al rishio e al tempo che si è disposti a detenere vincolato il proprio denaro. In un contesto in cui i tassi salgono, conviene acquistare Btp a breve scadenza. Per gli investitori che vogliono ridurre al minimo il rischio meglio scegliere un conto deposito. Per chi invece ha somme più alte da investire e affrontare un rischio leggermente più alto, meglio scegliere un Btp. Questo perché il valore dei Btp prima della scadenza può subire oscillazioni in funzione delle variazioni dei tassi di interesse del mercato obbligazionario.

La scelta finale dipende quindi dalla propria situazione personale e finanziaria.

Si deve comunque essere consapevoli che si tratta di investimenti con rendimenti contenuti e che richiedono tempi spesso lunghi per ricavare un buon rendimento.

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