
Fitch ha promosso Mps (in foto l’ad Luigi Lovaglio) a investment grade, alzando il rating a lungo termine e il viability rating da BB+ a BBB- con outlook stabile. L’upgrade, si legge in una nota, riflette «i miglioramenti strutturali» conseguiti da Siena «nel rilancio del proprio modello di business» e considera il fatto che se l’acquisizione di Mediobanca dovesse andare in porto, «l’impatto sul capitale e i rischi di esecuzione dovrebbero essere gestibili e coerenti con il rating». Fitch si attende anche che «Mps mantenga una capitalizzazione adeguata e parametri moderati di qualità degli attivi e liquidità».
Se l’acquisizione fosse «attuata senza scosse, potrebbe accelerare gli sforzi di Mps per rafforzare il proprio franchise di wealth management e di credito al consumo ed estendere le sue aree di attività al servizio delle Pmi italiane attraverso il franchise di corporate e investment banking di Mediobanca».
Nel frattempo, proseguono le vendite di azioni Mediobanca da parte dei soci dell’accordo di consultazione.
Dopo Gavio e Doris, anche Fin.Fer (gruppo Pittini) ha ceduto 200mila azioni dell’istituto di Piazzetta Cuccia (lo 0,02% del capitale) nella seduta di giovedì a un prezzo medio ponderato di 18,533 euro. Monge martedì scorso ha venduto 332.183 azioni (lo 0,04%) a un prezzo medio ponderato di 19,0553 euro, e mercoledì ha liquidato ulteriori 22.290 azioni a 19,0128 euro. Le operazioni, come specificato nel comunicato, sono state effettuate su azioni non conferite all’accordo di consultazione.
Nella stessa giornata di giovedì anche Aurelia, la holding del gruppo Gavio, ha venduto 250mila azioni Mediobanca (lo 0,03%) a un prezzo medio ponderato di 18,4820 euro. L’accordo di consultazione ha visto, nei giorni scorsi, il disimpegno del gruppo Mediolanum, che ha ceduto la sua intera partecipazione (29,1 milioni di azioni, pari al 3,49%), mentre Aurelia e Beniamino Gavio avevano ceduto complessivamente lo 0,23%. La percentuale di capitale rappresentata dall’accordo di consultazione è scesa così dall’11,61% al 7,88%.
Nel frattempo, il Monte prosegue con la sua Ops che punta a ottenere almeno il 35% del capitale sociale.
Lovaglio in un’intervista al Sole 24 Ore ha dichiarato di essere certo di «portare a termine l’operazione: con la soglia minima del 35% eserciteremmo comunque il controllo di fatto». Il manager ha ribadito che «il prezzo dell’Ops è corretto, perché è la creazione di valore di lungo termine che conta». Ieri Mps ha registrato una flessione del 2%, mentre Piazzetta Cuccia è rimasta sulla parità.