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L’affare Bbva-Sabadell riaccende i fari su Mps


L’offerta da 12 miliardi sull’istituto catalano rilancia suggestioni di risiko anche in Italia. Con Siena al centro

L’affare Bbva-Sabadell riaccende i fari su Mps

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Il buon vento spagnolo riaccende le speranze di unpossibile risiko bancario italiano. La proposta di nozze di Bbva (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria) con Banco Sabadell, che prevede un’offerta carta contro carta di un’azione Bbva ogni 4,83 di Sabadell, mette sul piatto un premio di circa il 30% rispetto al prezzo di chiusura del 29 aprile. L’istituto basco ha spiegato che l’offerta vale oltre 12 miliardi di euro e potrebbe dare vita a una banca da oltre mille miliardi di attivi. Questo la isserebbe tra le più grandi a livello continentale: le due realtà combinate, infatti, avrebbero un valore di Borsa simile a quello delle italiane Intesa Sanpaolo e Unicredit che sono rispettivamente a quota 65,5 e 58,7 miliardi.

Il risveglio delle aggregazioni bancarie, con un’operazione di tale levatura, inevitabilemente ha spostato i riflettori su Monte dei Paschi, gioiellino risanato dalla cura dell’ad Luigi Lovaglio e del presidente Nicola Maione. Tant’è che il titolo di Rocca Salimbeni continua a salire: ieri ha fatto registrare un +5,1% a 4,78 euro per azione. L’istituto senese, che ha visto scendere il ministero dell’Economia e delle Finanze al 26,7%, ora è più contendibile. Lo potrebbe essere a maggior ragione se il Tesoro, al termine del periodo di lock up di 90 giorni, ne collocasse un’altra quota in estate. Ma chi potrebbe fare un passo avanti? Chi ha oltre 10 miliardi da spendere è certo Unicredit, che non a caso è ciclicamente tirata in ballo come possibile partner di Mps (che proprio ieri ha superato i 6 miliardi di capitalizzazione). Insomma, una realtà combinata metterebbe il gruppo guidato da Andrea Orcel nelle condizioni di insidiare Intesa Sanpaolo. C’è, tuttavia, da considerare che Piazza Gae Aulenti ha nel mirino anche altri mercati, come la Romania, e in generale altri Paesi dove il gruppo è presente. Possibili partner alternativi per Mps sarebbero il Banco Bpm guidato da Giuseppe Castagna o Bper, fresca di cambio al vertice con la nomina di Gianni Franco Papa, l’uomo scelto dal presidente di Unipol, Carlo Cimbri, per segnare il nuovo corso della banca. Il ministro Giancarlo Giorgetti, e il governo Meloni in generale, non hanno mai fatto mistero che l’ipotesi maggiormente gradita per Mps sarebbe quella di renderlo il perno di un terzo polo bancario. Magari insieme a Bper e Bpm, che tuttavia hanno sempre smentito interesse per un’operazione così: le cose però possono cambiare alla svelta in finanza. Il mercato intanto specula e ieri ha spinto tutto il settore bancario in Borsa: Banco Bpm (+1,8%), Intesa Sp (+1,3%), Unicredit (+0,9%) e Bper (+0,8%).

Oltre alle suggestioni di un potenziale risiko, una luce positiva sul settore è arrivata con la Fed che ha annunciato che tarderà il taglio dei tassi. Da vedere cosa farà la Banca centrale europea, che dovrebbe fare il primo taglio a giugno. Francoforte, però, potrebbe allentare il costo del denaro più lentamente dopo le mosse della Fed.

Questo, unitamente a un’economia che dà segnali positivi anche in Europa, dovrebbe favorire gli utili delle banche.

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