"Grazie all'ottimo lavoro di Giorgia Meloni sui conti pubblici, l'uscita dalla procedura d'infrazione comporterà un miglioramento delle condizioni strutturali del Paese, di cui beneficia anche il settore bancario. Ma questo non significa essere messi sotto scacco come sta accadendo da almeno un paio di mesi, accusati di pensare solo agli utili immediati. Si trascura il fatto che siamo il pilastro del Paese e che il nostro settore rappresenta un'eccellenza in Europa". Così, in un'intervista al 'Sole 24 Ore', il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, in merito alla legge di bilancio e in particolare al contributo delle banche in essa previsto.
"Non solo", aggiunge Messina, "banche e assicurazioni hanno avuto, hanno e avranno un ruolo fondamentale per la tenuta dei conti pubblici. Sarebbe bene non dimenticarlo".Sullo stesso tema, sottolinea Messina, "si dovrebbe tenere a mente che banche e assicurazioni non sono controllate dallo Stato. Quindi non sono condizionabili. Per questo occorre il gioco di squadra". Di conseguenza, aggiunge Messina, "perché dobbiamo essere soltanto noi a pagare quando è necessario far quadrare i conti pubblici? Ci sono oggi in Italia 22 aziende con oltre un miliardo di utile netto all’anno. E soltanto nove sono banche e assicurazioni. Metà delle altre sono a partecipazione pubblica.
In un’ottica di sostegno ai conti pubblici perché non pensare ad una platea più ampia? Vedo un rischio nell’additare banche e assicurazioni come portatori di profitti da tassare in maniera eccessiva, anche se straordinaria".