
L'offerta di Mps su Mediobanca entra nel rettilineo finale. La conclusione dell'Ops è prevista l'8 settembre e i riflettori sono tutti puntati alle possibili novità in arrivo nelle prossime ore da Rocca Salimbeni. Oggi è attesa infatti la riunione del consiglio di amministrazione della banca guidata da Luigi Lovaglio e presieduta da Nicola Maione, con all'ordine del giorno il ritocco al rialzo dell'offerta su Mediobanca: l'annuncio del rilancio potrebbe arrivare domani mattina, accompagnato probabilmente da una piccola estensione del periodo di offerta fino a metà mese circa.
La scorsa settimana, di giorno in giorno, ha preso sempre più corpo la pista che potrebbe condurre a un rilancio in contanti volto a calamitare maggiori adesioni, sulle orme di quanto successo recentemente anche nell'Ops sulla Popolare di Sondrio, con Bper che a ridosso del rush finale dell'offerta ha aggiunto una componente cash da oltre 450 milioni. Se all'inizio della scorsa settimana in Piazza Affari lo sconto dell'offerta di Mps rispetto al valore di mercato di Mediobanca si era ridotto a solo l'1,6%, progressivamente si è avuto nelle ultime sedute un allargamento della forbice, fino al 4% circa registrato alla chiusura di venerdì scorso; il mercato chiede quindi un rilancio vicino ai 700 milioni.
La parita è aperta e il confronto tra i soci ancora in corso. Lovaglio che si è sempre tenuto molto abbottonato sull'ipotesi di un rilancio potrebbe portare in discussione del cda l'approvazione di un'aggiunta in contanti nel range tra 500 e 700 milioni. In tal modo il banchiere lucano accrescerebbe l'appeal dell'operazione agli occhi dei soci di Piazzetta Cuccia che non hanno ancora aderito, aumentando le chance di superare la Linea Maginot del 50%. Anche se Rocca Salimbeni ha posto una soglia minima di successo dell'Ops al 35%, superare la maggioranza assoluta nel capitale rappresenterebbe un plus non da poco: oltre a garantire il pieno controllo dell'assemblea e quindi del cda di Mediobanca, sopra il 50% del capitale sarebbe possibile il dispiegamento sul bilancio di Piazzetta Cuccia dei consistenti crediti fiscali (Dta) del Monte; anche sotto il 50%, Siena potrebbe esercitare comunque un'influenza determinante su nomine e strategie, dispiegare le Dta in tempi un po' più lunghi e riservarsi la possibilità di aumentare progressivamente la propria quota fino al 5% l'anno nei tre anni successivi.
L'Ops, che prevede un concambio di 2,533 azioni Mps per ogni azione Mediobanca, si presenta al rush finale con adesioni salite al 28,7% con i due soci principali della merchant bank milanese, nell'ordine la Delfin della famiglia Del Vecchio e il gruppo Caltagirone, che hanno già consegnato le loro azioni. Nel frattempo, il nocciolo duro degli azionisti di Mediobanca si va via via dissolvendo e ad oggi rappresenta solo il 6,91% del capitale.
Gli ultimi movimenti hanno visto Sereco (gruppo Ferrero) uscire dall'accordo di consultazione cedendo l'intera partecipazione, pari allo 0,41%; il 26 e il 28 agosto a vendere era investe stato il gruppo Lucchini, limando la quota allo 0,37% del capitale. Tra i primi a muoversi erano stati Vittoria Assicurazioni (0,27% del capitale) e Banca Mediolanum, uscita in toto a giugno cedendo il suo 3,49 percento.