Il 28 ottobre 2025 resterà una data storica per Mediobanca. Per i decani delle cronache finanziarie un giorno addirittura impensabile solo fino a poco tempo fa. L’istituto di Piazzetta Cuccia è come una grande orchestra che ha suonato per anni il repertorio scritto da Alberto Nagel e Renato Pagliaro. E l’assemblea di ieri ha visto l’ingresso di un nuovo direttore, pronto ad aggiungere nuovi strumenti e nuovi spartiti. Non è stato il solito rito annuale di ratifica dei numeri e delle nomine, ma un cambio di scena e una trama che finisce per raccontare una trasformazione profonda, non soltanto interna, ma simbolica.
Il passaggio di consegne è durato poco più di mezz’ora: l’assemblea (tenutasi da remoto) ha approvato i conti e la lista unica presentata da Mps per il nuovo cda di 12 componenti che si è riunito subito dopo il voto dei soci. Sul palcoscenico virtuale hanno dunque sfilato il nuovo presidente Vittorio Umberto Grilli, il suo vice Sandro Panizza e il nuovo ceo Alessandro Melzi d’Eril. «Sono onorato di poter assumere questa carica in un gruppo che è al centro del sistema finanziario del nostro Paese da decenni, grazie alla indiscussa qualità e dedizione delle persone che ci lavorano », scrive Melzi d’Eril nel messaggio inviato ai 5.500 dipendenti dopo aver ricevuto le deleghe dal board. Sottolineando che «da oggi iniziamo a scrivere un nuovo capitolo della storia della banca». E’ stata inoltre allineata la pubblicazione dei conti annuali con il Monte dei Paschi: l’1 dicembre si terrà l’assemblea straordinaria degli azionisti per approvare la nuova chiusura dell'esercizio al 31 dicembre (mentre finora Piazzetta Cuccia chiudeva l'anno al 30 giugno). Sul fronte delle remunerazioni, i soci hanno approvato le politiche di remunerazione e incentivazione 2025-26, mentre l'informativa sui compensi erogati nell'esercizio 2024-25 ha registrato un'astensione del 97,06% (quindi di Mps). Il compenso annuale lordo complessivo del consiglio è stato fissato al massimo di 2,5 milioni di euro. La nomina dei Comitati endoconsiliari, invece, verrà deliberata da una prossima riunione del board. Infine, il cda ha deciso di anticipare al 5 novembre l’approvazione dei dati trimestrali al 30 settembre scorso (che per la “vecchia“ Mediobanca rappresentavano i conti del primo trimestre). La giornata di ieri segna la fine di un’epoca e l’avvio di un’altra, con nuovo azionista di controllo - il Monte dei Paschi – pronto a ridefinire alleanze e traiettorie, ma senza strappi. L’era Mps in Mediobanca è infatti cominciata alla presenza dell’amministratore delegato di Rocca Salimbeni, Luigi Lovaglio, entrato nella sede di Piazzetta Cuccia «per fare un saluto di buon lavoro» mentre era in corso la prima riunione del nuovo cda targato Siena. Dopo un pranzo del board allargato allo stesso Lovaglio e al presidente del Monte, Nicola Maione, sono cominciati per il neo ceo gli incontri di conoscenza con le prime linee di Mediobanca. Il piano di integrazione tra le due banche sarà presentato anche alla Bce entro febbraio. I nuovi vertici di Piazzetta Cuccia, intanto, dovranno prendere una decisione definitiva sul delisting, che molto probabilmente non ci sarà a meno che non si riesca a convincere i grandi soci Delfin, Caltagirone e Tesoro, i quali non vedono di buon occhio l’addio alla Borsa che per Mps significherebbe azzerare la possibilità di sfruttare i benefici finanziari di eventuali collocamenti delle azioni in eccesso.
L'assemblea ha infine approvato la distribuzione di un dividendo lordo di 1,15 euro a ciascuna azione, di cui 0,56 euro a titolo di acconto a maggio scorso mentre il saldo di 0,59 euro verrà erogato il 26 novembre con ''record date'' il 25 novembre e data stacco il 24 novembre.