
I top manager di Mediobanca passano all'incasso, liquidando buona parte dei propri pacchetti azionari. Tra questi c'è anche l'amministratore delegato Alberto Nagel che ha ceduto 1 milione di titoli (quasi un terzo della posizione) a un prezzo medio di 22,0822 euro per azione per un totale di 22,08 milioni di euro. Il direttore generale, Francesco Saverio Vinci, ha invece venduto un pacchetto di 400mila azioni incassando quasi 9 milioni mentre il presidente Renato Pagliaro ha ceduto altre 100mila azioni (dopo le 200mila della scorsa settimana) per 2,1 milioni di euro. Anche nel caso di Pagliaro si tratterebbe di una dismissione parziale visto che, ancora nel giugno 2024, il presidente di Piazzetta Cuccia deteneva 2 milioni di azioni. Pacchetti decisamente meno pesanti invece sono stati monetizzati dal manager Francesco Carloni (2.500 azioni) e da William Lavelle, responsabile delle attività di Mediobanca nel Regno Unito (560 azioni). I titoli venduti dai vertici di Piazzetta Cuccia sono le performance shares, ovvero le remunerazioni ricevute nell'arco di 25 anni. Ma perché fare cassa adesso? Ieri si sono riaperti i termini dell'Opas di Mps che ha già raccolto (al 16 settembre) il 62,53% delle adesioni e che andrà avanti fino al 22 settembre, mentre Siena ha pagato lunedì il corrispettivo per le azioni consegnate. La riapertura dell'offerta porta, dunque, ad una riduzione del flottante.
Gli occhi del mercato sono intanto puntati sulla soglia che Rocca Salimbeni riuscirà a raggiungere. La settimana scorsa in un videomessaggio diretto ai dipendenti (diventato per qualche ora pubblico e poi rimosso) il direttore generale di Mediobanca, Vinci, ha spiegato che Mps potrebbe arrivare a detenere l'80% dell'istituto milanese. Un tasso di adesione molto alto renderebbe praticamente conseguente il delisting di Mediobanca. E a quel punto potrebbe anche essere valutata la fusione per incorporazione tra i due istituti senza però abbandonare il brand commerciale di Piazzetta Cuccia. Più azioni verranno conferite più le quote dei soci forti sono destinate a diluirsi. Per Delfin e il gruppo Caltagirone questo potrebbe essere un vantaggio perché non dovranno cedere parte della propria partecipazione per rispettare la soglia su cui hanno già ottenuto un'autorizzazione.
Nel frattempo, i riflettori sono puntati sull'appuntamento di domani quando si riunirà il cda di Piazzetta Cuccia per l'approvazione del bilancio: nella riunione sono attese le dimissioni formali di Nagel. Insieme a lui dovrebbero arrivare quelle del presidente Pagliaro e di almeno una parte dei consiglieri del board. La banca senese guidata da Luigi Lovaglio continua, dunque, a lavorare alla lista dei nuovi vertici che dovrà presentare all'assemblea di Mediobanca in calendario il 28 ottobre.
Come possibili traghettatori in questa fase, nei corridoi di Piazzetta Cuccia si fanno sempre più frequenti i nomi di Gian Luca Sichel ma soprattutto quello di Vinci. Di certo, Lovaglio avrà un ruolo di primo piano nel definire il nuovo assetto ed entro il 3 ottobre depositerà la lista dei candidati al board, compreso il nome del futuro amministratore delegato.