Young Factor, l'attacco del Governatore della Banca di Francia: "Usa non è più terra di libertà"

François Villeroy de Galhau interviene alla seconda giornata della Conferenza internazionale "Young Factor 2025" e striglia l'Europa: "La democrazia viene data per scontata, ovvia e noiosa, noi oggi in Ue siamo la vera terra della libertà"

Young Factor, l'attacco del Governatore della Banca di Francia: "Usa non è più terra di libertà"
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Il Palazzo della Borsa di Milano accoglie nella propria sede diversi governatori delle più importanti banche centrali europee. Dopo quello della Spagna, José Luis Escrivá Belmonte, è stato il momento anche di François Villeroy de Galhau, suo omologo in Francia, anch'egli ospite del secondo giorno della Conferenza internazionale "Young Factor 2025", un dialogo tra giovani, economia e finanza, promosso dall'Osservatorio Permanente Giovani-Editori, in partnership con Intesa Sanpaolo, che si tiene a Milano, a Palazzo Mezzanotte. L'occasione del dialogo con il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, è stata quella di discutere attorno all'argomento proposto dal panel "Le sfide del nostro secolo: l'Europa è un'eredità del passato o è ancora un sogno per i giovani?". Ed è proprio davanti a una folta platea di ragazze e ragazzi che il Governatore della Banca di Francia, nonché membro del consiglio direttivo della Bce, vuole sollecitare diverse riflessioni, specialmente sulla democrazia.

"Gli Stati Uniti d'America tradizionalmente sono stati considerati una terra di libertà. Oggi, mi spiace dirlo, questo è meno ovvio, meno vero. Noi oggi in Europa siamo la terra della libertà", ha dichiarato Villeroy de Galhau. Questo perché oggi la democrazia "sembra un pò data per scontata, ovvia, noiosa. Ma purtroppo è meno ovvia oggi di quanto non lo fosse in passato - ha inoltre sottolineato -. La democrazia significa rifiutare il potere e abbracciare lo stato di diritto. Si tratta di rifiutare l'individualismo eccessivo. La libertà che a tutti sta a cuore non è individualismo, ma significa combattere insieme per dei valori".

Il Governatore nazionale della Banque de France ritiene inoltre che i nostri valori condivisi, in Europa, "siano molto più importanti di quanto non fossero prima degli choc" come stati il Covid e l'inizio delle guerre internazionali in corso. "Abbiamo divergenze, ma questa è la storia dell'Europa da decenni. Questa idea che c'era un'epoca d'oro in cui tedeschi, francesi e italiani andavano sempre d'accordo era falsa - ha aggiunto -. Io ho abbastanza anni per dirvi che non è mai stato così: ho partecipato a negoziati sull'euro negli anni Novanta e non è stato per nulla facile. È normale avere divergenze, ma i nostri valori comuni sono necessari non solo per l'Europa, ma per il resto del mondo".

"Vediamo tutti cosa sta accadendo dall'altro lato dell'Atlantico e che c'è una opportunità per Europa di svegliarsi. Abbiamo tutte le risorse ma le utilizziamo? Credo che le cose stiano cambiando rapidamente, negli ultimi tre mesi i Paesi europei si sono svegliati sulla Difesa e hanno in messo in campo delle risorse ma se guardiamo a economia e finanza questo è meno ovvio, avviene tutto molto lentamente". Villeroy sostiene che tutte le istituzione europee sanno bene cosa fare: "Gran parte delle misure auspicate dai rapporti di Mario Draghi ed Enrico letta non ha un costo fiscale ma siamo troppo lenti nell'attuarle", dice soprattutto a proposito degli eurobond.

"Ma il momento è ora o mai. Speriamo che possiamo fissare una scadenza e implementare le relazioni Draghi e Letta. È tempo di agire". Infine, un pensiero sui vari conflitti che stacco toccando il mondo "Le guerra fisiche sono molto pericolose, le guerre commerciali sono sfortunate, sono una sciocchezza, non hanno senso". "Anni fa questa domanda sarebbe stata teorica - ha rimarcato Villeroy -, ma oggi alle porte dell'Europa c'è una guerra di aggressione perpetrata dalla Russia, ci sono conflitti anche in altri posti e uccidono la cosa più preziosa del pianeta, gli esseri umani".

Villeroy de Galhau esclude un asse "contro gli Usa con la Cina" sui dazi: "La scelta non è allearsi con qualcun altro", ma decidere se "guardo solo a questo gioco Usa-Cina o se come Europa vogliamo far parte del gioco e giocare anche noi. In Ue abbiamo le nostre forze e non dobbiamo allearci con la Cina".

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