Governance duale addio: a un anno di distanza da Mediobanca, anche il Banco Popolare sembra avere tutta lintenzione di semplificare la propria struttura di governo cancellando la convivenza di consiglio di sorveglianza e consiglio di gestione. Il ritorno al sistema di governo tradizionale, imperniato su un unico consiglio di amministrazione, è allattenzione dei vertici della supercooperativa veronese complice limpatto della crisi finanziaria e le difficoltà della controllata Italease.
Al momento si tratta di una fase di riflessione, il Banco non ha ancora conferito alcun mandato né la questione appare allordine del giorno dellassemblea degli azionisti del 25 aprile. Lamministratore delegato Pier Francesco Saviotti avrebbe però già sondato la comunità finanziaria sulla possibile semplificazione, ottenendone un giudizio positivo. In particolare, tra i punti di forza del programma di Saviotti, chiamato a Verona dal presidente Carlo Fratta Pasini con il compito di risanare il gruppo e rilanciarlo, ci sarebbero sia la semplificazione della governance sia delle cariche. A indicare la necessità di un cambiamento è peraltro lo stesso Fratta Pasini nella lettera ai soci: lasciatosi alle spalle il bilancio 2008, il Banco riparte «per rinnovare un patto di crescita» con soci e clienti, attraverso anche «un ripensamento» del sistema societario e del «modo di operare» per offrire «ai clienti una banca più semplice, pronta ed efficace nel garantire loro assistenza e sostegno». Questo impegno, prosegue Fratta Pasini nella lettera consultata da Radiocor, prevede «un nuovo piano di impresa, che definisca e quantifichi prospettive reddituali competitive» per la fase che si aprirà dopo la crisi attuale. Il banchiere ripercorre il fallimento dellaccordo con Dz Bank per salvare la controllata Banca Italease ricordando come abbia «creato le condizioni» per affidare le redini dellintero gruppo a Saviotti al posto dellex ad Fabio Innocenzi. Fratta Pasini non nasconde «il disagio derivante dal fatto che lassemblea di questanno renderà conto di un bilancio in rosso, inusuale nella storia delle banche popolari fondatrici» ma ricorda come questo risultato derivi anche da «accantonamenti e rettifiche di valore molto consistenti», al netto delle quali il risultato sarebbe stato positivo.
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