da Milano
Beniamino Anselmi ha lasciato la leve di comando del Banco di Sicilia, di cui era amministratore delegato, e un analogo passo indietro è atteso dal presidente, Salvatore Mancuso.
A meno che la condanna a cinque anni di reclusione e linterdizione dai pubblici uffici di Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia, non cambi le carte in tavola rispetto agli impegni per una soluzione «non traumatica» sottoscritti, martedì scorso, dallo stesso Cuffaro e dallad di Unicredit, Alessandro Profumo. Questultimo intanto più che la questione siciliana ha dovuto affrontare, in giornata, prima le voci che indicavano un possibile interesse dellistituto milanese per Merrill Lynch poi le ricostruzioni che volevano lo stesso Profumo candidato al vertice della banca Usa. Piazza Cordusio ha opposto una «categorica smentita» allidea di una fusione con Merrill Lynch, definendo «fantafinanza» queste indiscrezioni. Malgrado la crisi dei subprime abbia piegato bilanci e capitalizzazioni delle grandi banche daffari americane, unalleanza con Merrill Lynch non pare infatti rientrare nelle strategie del gruppo italiano, costruito su modello di business difensivo centrato sul retail e il corporate. Malgrado questo, Unicredit, in una seduta da dimenticare per le banche e le assicurazioni in Europa, ha accusato un calo del 3,6% a 5,32 euro.
Tornando allItalia, Unicredit ha nel frattempo ricevuto le buste con le offerte non vincolanti per i 186 sportelli che deve cedere come «prezzo» Antitrust allavvenuta conquista di Capitalia. Oltre alla maxicordata composta da Bpm, Popolare Emilia Romagna, Credem, Carige e Banca Etruria sono in corsa Ubi Banca, Deutsche Bank e Credit Agricole. Si è sfilata, invece, Popolare Bari seguendo lesempio di Popolare Vicenza e Credito Valtellinese. Quanto ai ribelli della controllata Bds è invece necessario un altro round di negoziati per convincere Mancuso a fare un passo indietro favorendo un ricambio morbido al vertice prima che Unicredit agisca di forza (il termine è martedì).
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