Banda di cinesi ruba le anatre protette

Banda di cinesi ruba  le anatre protette

Saranno stati pure bravi marinai d’acqua salata, quei quattro cinesini sorpresi con le mani nel sacco, cioè direttamente nel nido delle anatre, alla foce del torrente Segno di Vado Ligure. Ma forse volevano dimostrare di cavarsela benissimo anche in acqua dolce, in nome della nostalgia per il piatto principe della cucina dell’ex Celeste Impero: l’anatra laccata.
Fatto sta che la banda dei quattro, sbarcata momentaneamente dalla nave ancorata a Porto Vado, ha fatto squadra e si è organizzata per una serie di spedizioni notturne in riva al fiume.
Méta: i nidi di anatre, che però, in quella zona, oasi faunistica protetta, sono anatre un po’ speciali: germani reali, tutelati da severissime leggi locali e nazionali.
Ma i cinesini non si sono fatti molti scrupoli: colpa del buio o, come hanno sostenuto poi, dopo l’arresto, colpa della fame, hanno «pescato» un uovo dopo l’altro, fino ad arrivare a una quantità industriale.
Poi, già che c’erano, hanno pensato bene di approfittare di qualche germano mezzo addormentato, evidentemente abituato a dormire sonni tranquilli da quelle parti. E invece...
Quando li hanno fermati, su segnalazione degli ambientalisti che avevano formato delle ronde anti-furto, i quattro marinai avevano già accumulato un bottino di cinquanta uova fresche, freschissime, e un paio di anatre, destinate, a quanto pare, a finire sul fuoco, ma rigorosamente nelle pentole a vapore, come prescrive la ricetta originale cinese.
E sì, perché, gratta gratta, alla fine è venuta fuori tutta la verità: più che la fame, il motivo del raid è stato il business. La squadra con gli occhi a mandorla si sarebbe messa d’accordo con alcuni ristoranti cinesi della zona per fornire la materia prima da cucinare alla clientela esigente che pretende carne fresca invece del prodotto surgelato proveniente dall’Oriente.
Furto su commissione, insomma: è questo in ogni caso il reato contestato dai carabinieri che hanno proceduto al fermo e alla denuncia.

Non senza aver chiesto, i solerti carabinieri, se l’oggetto del desiderio erano le anatre o piuttosto i nidi: «Visto che mangiate normalmente i nidi di rondine - ha incalzato in particolare il maresciallo Pennuto, dopo aver passato una note a mollo nella palude - perché non dovrebbero piacervi i nidi di anatra?». Un assist insperato che ora i difensori dei marinai stanno pensando di utilizzare al processo.

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