In sella a moto provocavano piccoli incidenti per costringere la vittima designata, in genere alla guida di auto di grossa cilindrata, ad abbassare il finestrino.
A quel punto interveniva un complice a piedi che strappava dal polso orologi Rolex (modello Daytona) o Cartier.
A finire in carcere sono stati tre napoletani, componenti della «Banda dei Rolex», formata da una decina di «trasfertisti» del crimine, che dal lunedì al venerdì si trasferivano da Napoli a Genova e in varie città del Nord, dove erano alloggiati presso amici o in alberghi, per mettere a segno furti e rapine degli orologi di pregio.
In pratica era una vera e propria organizzazione quella che si spostava da Napoli per «andare a lavorare» al Nord. Una società fatta da individui molto esperti nellarte del furto che poi insegnavano agli «apprendisti» che si portavano dietro: come individuare coloro che portano i Rolex al polso, conoscere i loro orari e il tragitto che fanno in macchina per recarsi al lavoro, come bloccarli sulla strada inscenando un finto incidente, come distrarli quanto basta per sfilare dal polso lambito orologio.
Ma non avevavno fatto i conti con gli investigatori dellArma. Ad arrestarli ieri nel quartiere di Marassi, mentre stavano per compiere un' altra rapina, sono stati appunto i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Genova, in esecuzione dell' ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Lucia Vignale, su richiesta del pm Alberto Lari.
Si tratta di Ciro Riccio, 59 anni, del nipote Gennaro Riccio, di 20, e di Vincenzo Tolomelli, di 19, tutti originari del quartiere Forcella di Napoli. L' accusa nei loro confronti è associazione per delinquere finalizzata a rapine e a furti aggravati.
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