Bandabardò, successo «a muso lungo»

Una delle band del momento non fa compromessi: «Niente tv, ci facciamo conoscere solo con dischi e concerti»

da Milano

I Bandabardò ci mettono poco a farsi il ritratto: «Siamo persone che dicono di no al Festival di Sanremo perché altrimenti rovineremmo la festa a tutti gli altri: noi siamo sette musicisti con il muso lungo». In realtà hanno anche le idee chiare. Con il loro cd Fuori orario sono arrivati al settimo posto in classifica (e ancora oggi sono tra i primi venti) senza vendersi alla grande promozione, senza fare - come si dice - umilianti marchette. Sono rimasti fedeli al significato della loro musica, che è un folk rock da combattimento, condito da gocce di ironia e citazioni sorprendenti che svicolano, una volta tanto, dall’abituale repertorio ormai strausato. E per farsi un’idea dei loro orizzonti basta dare un’occhiata alla scaletta del nuovo (doppio) cd: tra le 35 canzoni spiccano due cover, Bobo Merenda di Iannacci e Uomini celesti di Lucio Battisti, cioè di due artisti che artisticamente sono quasi un ossimoro.

E forse anche per questo, per il loro sorprendente eclettismo, i Bandabardò sono uno dei fenomeni live più efficaci d’Italia e da anni collezionano concerti con una frenesia e un entusiasmo da far invidia anche a chi al Festival di Sanremo ci va senza paura di rovinare (e rovinarsi) la festa.

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