Banelli, da compagna So a mamma a tempo pieno

Cinzia Banelli, ex brigatista e adesso madre a tempo pieno e in libertà. Finì in carcerenel 2003 in seguito agli sviluppi delle indagini dopo l’arresto della Lioce che sconta due ergastoli per gli omicidi Biagi e D’Antona

Banelli, da compagna So a mamma a tempo pieno

Cinzia Banelli, la compagna So nella clandestinità ex brigatista e adesso madre a tempo pieno e in libertà, ex dipendente ospedaliera a Pisa, finì in carcere il 24 ottobre del 2003 in seguito agli sviluppi delle indagini dopo l’arresto di Nadia Desdemona Lioce, la brigatista che sta scontando due ergastoli per gli omicidi Biagi e D’Antona.

La collaborazione con la giustizia Nell’estate 2004, dopo aver partorito un figlio mentre era detenuta, cominciò a collaborare con gli inquirenti, diventando la prima pentita delle Br. Decisiva fu la rivelazione delle password che consentirono agli investigatori di decrittare l’archivio delle Br. Banelli venne coinvolta anche nell’inchiesta per l’omicidio del professor Marco Biagi, ed era stata condannata in appello a Bologna a 15 anni e 4 mesi di reclusione, sentenza annullata dalla Cassazione perché non le era stata riconosciuta l’ attenuante speciale della collaborazione.

Lo sconto della pena Il 12 marzo del 2008 un nuovo appello a Bologna la condannò a 10 anni e cinque mesi, ma le fu riconosciuta l’attenuante speciale per i collaboratori di giustizia. Ha scontato oltre un quarto della pena.

Sia la decisione del ministero dell’Interno di concederle il programma di protezione due anni fa (all’epoca del governo Prodi, sottosegretario Marco Minniti) sia quella giudiziaria conclusasi oggi con la concessione dei domiciliari chiudono una vicenda che andava avanti da anni. Per due volte, con il governo di centrodestra, la richiesta del programma di protezione avanzata dalle Procure di Roma e Bologna era stata respinta.

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