Bang è un dolce colpo al cuore della letteratura

di P.D. James
I l nome di Josephine Tey spicca nel novero dei giallisti che si sono affermati negli anni tra le due guerre, durante quel periodo che è considerato l’Età dell’oro della detective story britannica. Josephine Tey, pseudonimo di Elizabeth Mackintosh, nacque in Scozia nel luglio del 1896 e morì nel 1952. Durante la sua (relativamente) breve vita scrisse una biografia, varie pièce teatrali e undici romanzi, cinque dei quali vedono come protagonista l’investigatore di Scotland Yard Alan Grant. Josephine Tey è una dei pochi giallisti dell’Età dell’oro a essere letta ancora oggi, generazione dopo generazione.
Alan Grant rientra perfettamente nell’archetipo dell’investigatore inglese: gentleman, istruzione impeccabile, stimato dai superiori, un eroe agli occhi dei sottoposti, cortese anche con il più sgradevole dei sospettati. Un poliziotto che deve il suo successo all’intelligenza e alla perseveranza, oltre che all’intuizione, quando serve. Naturalmente, ora Scotland Yard è molto cambiata dall’Età dell’oro: per incastrare il colpevole Alan Grant non poteva contare sull’esame del Dna, su un laboratorio medico-legale, e neppure su un oggetto tanto utile come il cellulare. Da allora anche l’Inghilterra e il mondo sono cambiati. Le opere di Josephine Tey risultano così quasi dei romanzi storici, con la loro rievocazione di un’epoca gentile, di pace e rispettosa delle gerarchie. Un aspetto che ai miei occhi le rende ancora più appetibili.
È caduta una stella, il romanzo in cui fa la sua comparsa Alan Grant, uscì nel 1933 e consacrò subito Josephine Tey come giallista. Una giovane stella del cinema viene ritrovata priva di vita, probabilmente annegata, sulla spiaggia vicino al cottage che aveva affittato. A un primo sguardo parrebbe una disgrazia, ma le unghie spezzate e il bottone impigliato tra i capelli sembrano suggerire che non si tratti né di un incidente né di suicidio. È omicidio. L’investigatore Grant è chiamato a indagare. E se fin dal principio trova il caso interessante, man mano che si scoprono nuovi dettagli sulla vita della vittima e si disvela la fitta rete di personaggi a lei vicini che avrebbero potuto avere un movente per assassinarla, l’interesse lascia il posto allo sgomento. Ma il vero mistero è una donna, una nota astrologa, che ha predetto con precisione la morte violenta dell’attrice, e a teatro annuncia che l’assassino si trova tra il pubblico. Una storia intricata in cui la tensione non si allenta neanche per un attimo, con personaggi efficaci e vividi, come nella migliore tradizione di Josephine Tey.
La figlia del tempo (1951), l’ultimo libro dell’autrice, è probabilmente il romanzo più famoso della serie di Alan Grant. Definito da un noto critico «non soltanto una delle più grandi detective stories dell’anno, ma di tutta la storia del romanzo giallo», è uno dei primi esempi di armchair mystery, il «giallo in poltrona», in cui l’investigatore, impossibilitato a muoversi per qualche motivo, deve indagare rimanendo chiuso nella propria stanza, e dunque basandosi sulle prove che gli forniscono i colleghi. Alan Grant è confinato in un letto d’ospedale con una gamba rotta, quando una stampa di Riccardo III regalatagli da un’amica cattura la sua attenzione. Il re è passato alla storia per aver fatto rinchiudere nella Torre di Londra, e successivamente assassinare, i due giovani nipoti. Ma il nostro investigatore, osservando l’espressione sensibile di Riccardo III, non riesce a convincersi che si tratti di uno spietato assassino. Esaminando documenti e resoconti storici reperiti da un ricercatore americano, Alan Grant arriva alla conclusione che il crimine imputato a Riccardo III non è che una montatura orchestrata dai Tudor. Le indagini lo porteranno ad altre interessanti conclusioni sui grandi miti della Storia e su come gli uomini di potere riescano a imporre la propria versione dei fatti.

La figlia del tempo è un giallo unico nel suo genere, e occuperà sempre un posto speciale tra le detective stories…
In quanto erede di questo genere letterario, sono felice di sapere che i lettori italiani potranno gustare lo stesso piacere che provo io ogni volta che rileggo un romanzo di Josephine Tey.

© 2012 P.D. James - Il testo è pubblicato come introduzione nei libri di Josephine Tey pubblicati negli Oscar Mondadori

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