Economia

Bang&Olufsen, c’è del design in Danimarca

Oggi il gruppo produce alta tecnologia con una linea di classe. E prezzi in proporzione

Quella della Bang&Olufsen è la storia di una passione. I protagonisti sono una coppia di ingegneri danesi così diversi ma così uniti. Peter un sognatore dal carattere brillante e dalle idee innovative, a tratti considerato un eccentrico. Svend una persona timida, con i piedi per terra e dal carattere riservato. Un interesse e un amore comune li univano profondamente: la meccanica e in particolare la radio. Entrambi condividevano una inesauribile sete di conoscenza e sognavano di percorrere strade mai esplorate prima. Ci sono riusciti. Stiamo parlando dei signori Bang e Olufsen, due amici, che hanno rivoluzionato il mondo della tecnologia già alla loro prima creazione: l’Eliminator. L’idea era quella di sostituire con l’alimentazione elettrica le poco affidabili batterie che alimentavano i primi apparecchi radio. L’“eliminatore” (di batteria) era di dimensioni contenute e rappresentò una autentica rivoluzione tecnologica. In alcune lettere scritte al padre da New York, dove amava andare per cercare idee, Peter lo implorava di mandare soldi per comprare le batterie. Voleva fare quanti più esperimenti possibile. Oggi la Bang&Olufsen è una società danese che vive nel culto della perfezione e dell’alta creatività. «Non basta fare le cose come gli altri», dicevano i signori Bang e Olufsen, «bisogna sempre migliorarli, finché non si giunge alla perfezione». E in effetti oggi le loro creazioni sono rappresentative di una classe sociale economicamente più agiata. Rappresentano uno status symbol. Oggetti di rara bellezza, tecnologicamente avanzati ma anche particolarmente costosi. Sono dei prodotti di design, unici e inimitabili non solo per le abitazioni (veri e propri oggetti di arredamento) ma anche per auto e yacht.
Facciamo un salto nel passato. Ci troviamo agli inizi del secolo scorso i due giovani amici, conosciutisi sui banchi dell’università, sono diventati uomini in un’epoca di grandi progressi tecnologici. Si racconta che già da bambino Peter amava ascoltare la radio: sognava ascoltando la voce del tenore Enrico Caruso che si esibiva al Metropolitan Opera di New York.
I primi anni sono stati difficili e più di una volta la madre di Svend, Anna Olufsen, ha dovuto contribuire a pagare i componenti radio e gli stipendi degli impiegati con il denaro ricavato dalla vendita di uova. Lavoravano nella villa della famiglia Olufsen, Villa Quistrup, dove Peter aveva non solo la sua camera da letto ma anche il laboratorio e l’ufficio dell’azienda. Chi è entrato in quel laboratorio ne è rimasto sbalordito. Impressionante il numero di viti, attrezzi e cavi. Una stanza che viveva nel culto della radio. Soprattutto si ricordano i loro occhi. Eccitati dalle loro creazioni. Nel 1927 fu fatta costruire alla periferia di Struer una nuova fabbrica, progettata in modo da poter essere destinata a edificio scolastico in caso di fallimento della società. Ma Bang & Olufsen prosperava e nel 1928 poteva fregiarsi del titolo di «più grande produttore di eliminatori in Scandinavia». Il successo era alle porte.
Oggi il gruppo, con un fatturato 2004/2005 di 465 milioni di euro, è quotato alla Borsa di Copenaghen e il presidente è Torben Ballegaard Soresen. Circa 1.500 rivenditori in oltre 60 Paesi costituiscono la rete di punti vendita. La sede centrale è sempre a Struer, la cittadina in cui l’azienda ha visto i natali e dove lavora la grande maggioranza dei 2.600 dipendenti. Una curiosità: all’interno dell’azienda esiste la «camera delle torture».

Prima di arrivare sul mercato i prodotti vengono testati in una zona dove vengono accesi 120 pacchetti di sigarette, poi sottoposti a un test anti rottura e poi a uno climatico: si passa da –40 a +40 gradi.

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