Il rinascimento bancario lasciato intravvedere la scorsa settimana dai buoni conti di Goldman Sachs e JP Morgan sembra ancora in buona parte da costruire. Già la trimestrale di Citigroup aveva sollevato più di un dubbio sulla sostenibilità della ripresa del settore del credito. Queste perplessità sono state ancor più amplificate ieri dopo i risultati di Bank of America (Bofa), accolti con una lunga catena di ribassi costata alle Borse europee un sacrificio in termini di capitalizzazione pari a 133 miliardi di euro (l'indice Dow Jones Stoxx 600 ha perso il 3,57%) e a Wall Street un calo del Dow Jones pari al 3,56% e del 3,88% al Nasdaq.
I conti presentati dallistituto guidato da Ken Lewis, sul quale vanno crescendo le pressioni per indurlo alle dimissioni, sono positivi solo in apparenza. Gli utili sono saliti a 2,81 miliardi di dollari da poco più di un miliardo dellanno precedente, ma solo grazie allapporto di Merrill Lynch, il cui peso sui profitti è dell83%, e a quello di Countrywide Financial Corp, acquisita a metà 2008. Non solo. Bofa è stata costretta a procedere con svalutazioni per oltre 6 miliardi e ad aumentare a 12 miliardi gli accantonamenti per nuove perdite. «La situazione dei mercati creditizi è destinata a peggiorare, con perdite in aumento nei prossimi mesi», ha ammesso Lewis.
Ammissioni sgradite ai mercati che hanno finito per penalizzare fortemente i titoli della banca (-24%) e condizionare landamento della seduta. In Europa le perdite sono state vistose. Londra ha ceduto il 2,49%, Francoforte il 4,07% e Parigi è arretrata del 3,96%. In netto calo anche Piazza Affari, dove il Mibtel ha accusato una flessione del 3,88% e lo S&P/Mib del 4,21%. Sotto il tiro delle vendite sono finiti naturalmente i bancari: Intesa, Mps, Unicredit e Mediobanca sono arretrate tra il 5 e il 6%, ma nel Vecchio continente sono crollate anche Crédit Agricole (-9,1%), Barclays (-8,6%), Commerzbank (-7,8%), Bnp Paribas (-6,5%).
Ai mercati, inoltre, certo non hanno fatto piacere le indiscrezioni di Turner Radio Network che, citando un rapporto, ha affermato che 16 delle 19 banche sottoposte agli stress test non hanno superato la prova e sono quindi da considerarsi «tecnicamente insolventi». «Non cè nessun rapporto - è stata la successiva smentita del portavoce del Tesoro Usa - . Neanche noi abbiamo ancora i risultati». Gli esiti delle prove saranno diffusi il prossimo 4 maggio, ma non mancano i timori che alcune banche abbiano rimediato una bocciatura. Il New York Times ha infatti rivelato lesistenza di un piano dellamministrazione Obama per soccorrere gli istituti bisognosi di nuovi capitali.
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