Economia

Bankitalia bastona gli «Amici» È festa in Borsa per Montani

Bankitalia bastona gli «Amici» È festa in Borsa per Montani

Guerra totale di Bankitalia contro l’associazione Amici, il blocco di potere «parallelo» che costituisce il baricentro sindacale della Banca Popolare di Milano. In una lettera riservata del 4 gennaio a firma del capo delle sede meneghina Giuseppe Sopranzetti, la Vigilanza apre un procedimento sanzionatorio contro l’ex cuspide degli Amici, compresi i cosiddetti «saggi». La Vigilanza scrive che l’associazione rappresenta un sindacato di voto occulto, la cui «pervasiva influenza» ha contribuito al «marcato deterioramento» degli equilibri tecnici dell’istituto. In sostanza ha messo in pericolo la sana e prudente gestione di Piazza Meda, al punto che Bankitalia ha poi imposto l’aumento di capitale da 800 milioni risultato dirompente per le tasche di tutti i soci: da fine ottobre, quando l’assemblea ha deliberato la ricapitalizzazione, il titolo ha perso l’84%.
Non solo, in base all’ispezione svolta dal 27 settembre 2010 al 4 marzo 2011, la Vigilanza ritiene che l’autonomia del consiglio di Bpm fosse limitata «in maniera sensibile dalle preventive forme di contrattazione con i dipendenti soci» provocando rigidità gestionali che hanno condizionato il contenimento delle spese di struttura. Senza contare il ruolo svolto sullo spinoso punto degli avanzamenti di carriera pilotati: su 39 persone del direttivo degli Amici ne sono state promosse 35 e, scrive Palazzo Koch, tali proposte «erano inoltrate direttamente dagli organismi sindacali alla Direzione del personale e al direttore generale» Enzo Chiesa, considerato in quota Uilca. La sigla che con la Fisac ha sancito la vittoria in assemblea di Andrea Bonomi contro Matteo Arpe, sostenuto da Fabi e Fiba.
Gli Amici hanno inoltre ostacolato la discontinuità gestionale pretesa da Palazzo Koch, frenando l’aumento delle deleghe di voto e presentando all’ultima assemblea una lista per il Cds con molti uscenti. Il braccio di ferro è proseguito fino a ieri con l’incoronazione di Piero Montani a capo azienda da parte del Cdg. In sostanza gli Amici hanno perso il controllo di Bpm che ieri in Borsa ha strappato del 9,37%. La prossima settimana Fabi e Fiba presenteranno un’Associazione bis, con una rigida separazione rispetto ai vertici sindacali. La stesura del contratto di Montani è seguita da Bonomi, ma l’ingaggio è dorato, fino a 6 milioni di euro: un milione l’anno, un bonus da 500mila euro vincolato al raggiungimento degli obiettivi e un altro (discrezionale) sulle operazioni straordinarie; a cui aggiungere 2 milioni di buonuscita se non sarà confermato nel 2014. All’attacco il leader nazionale della Uilca, Massimo Masi, che esprime «forte perplessità per l’entità del compenso».
Montani dovrà rivedere il piano industriale e il riassetto delle prime linee dell’istituto. Il presidente Filippo Annunziata ha detto che la designazione è stata «compatta» ma in realtà il blocco dei dipendenti-soci ha lottato fino all’ultimo: martedì, tentata una prima votazione, il Cds è stato sospeso dalle 13,30 alle 18,30 mentre Bonomi e Annunziata (per un periodo affiancati dai vicepresidenti) cercavano di piegare gli Amici: in prima linea Osvaldo Tettamanzi (Uilca).

La rottura è stata evitata perché Montani sarebbe comunque stato eletto in seconda battuta grazie ai voti Fabi-Fiba e di quanti non volevano opporsi a Bankitalia.

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