Il sistema bancario italiano rimane solido, nonostante la crisi internazionale e le forti tensioni sui mercati, e il rafforzamento patrimoniale sollecitato dalla European banking authority (Eba) è "eccezionale e temporaneo": il mantenimento del buffer, il cuscinetto addizionale di capitale, è previsto fino a quando la raccomandazione dell’Eba non sarà revocata o modificata. Una volta che le tensioni si saranno attenuate, le banche potranno espandere la loro attività. Nel frattempo, Bankitalia seguirà le raccomandazioni dell’autorità europea con la "flessibilità" richiesta dalle condizioni di mercato e dallo sviluppo dei negoziati sul rafforzamento del Fondo europeo salva stati.
In un’audizione alla commissione Finanze e Tesoro della Camera, il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, fa il punto sulla questione della patrimonializzazione dei nostri istituti di credito. L’Eba ha richiesto a 71 grandi banche europee di costituire un "buffer" addizionale di capitale per 115 miliardi di euro. Quattro delle cinque banche italiane interessate (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi Siena, Banco popolare e Ubi) avrebbero bisogno di maggior capitale per 15,3 miliardi di euro per raggiungere un "core tier one" del 9%. Le esigenze di ricapitalizzazione sono pari a 26,1 miliardi per le banche spagnole e 13,1 miliardi per quelle tedesche.
Secondo Bankitalia, l’ulteriore rafforzamento richiesto dalle autorità europee va perseguito in primo luogo con capitali privati e, solo qualora questa strada non risulti percorribile, con il supporto dei governi nazionali. L’eventuale contributo pubblico dovrà comunque essere limitato e temporaneo, non dovrà generare un aggravio del debito pubblico nè provocare ingerenze nella gestione dell’azienda. In questo quadro, via Nazionale seguirà la raccomandazione Eba con la flessibilità richiesta dalle condizioni di mercato, e consentita dallo sviluppo dei negoziati europei su questo tema. Per il momento le indicazioni che vengono dal nostro sistema bancaruio sono "incoraggianti": l’aumento di capitale di Unicredit, che da solo copre la metà del fabbisogno complessivo del sistema italiano, è stato interamente sottoscritto, e dopo una iniziale reazione negativa dei mercati il titolo è risalito. Saccomanni precisa inoltre che il riacquisto di bond da parte di Unicredit "è uno strumento consentito dalla stessa direttiva dell’Eba".
Il timore è che la richiesta di rafforzamento patrimoniale spinga le banche a frenare la concessione di prestiti a imprese e famiglie. Il governo italiano e la nostra banca centrale si stanno adoperando perchè al Consiglio europeo di marzo venga effettuata un’analisi degli impatti della raccomandazione Eba sull’erogazione del credito. Da noi, negli ultimi mesi, il credito all’economia ha rallentato: la crescita dei prestiti al settore privato non finanziario, che in giugno era al 5,1%, è scesa in dicembre al 2,9%.
I tassi d’interesse stanno aumentando sia per le imprese che per le famiglie, così come stanno crescendo i crediti in sofferenza. Le misure già prese in Italia, conclude Saccomanni, portano la finanza pubblica su uno stabile sentiero di risanamento, e questo non potrà che avere effetti positivi sui tassi d’interesse a medio e lungo termine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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