Alberto Toscano
da Parigi
Un autobus si ferma a Grigny, nella banlieue parigina (dipartimento dell'Essonne). È domenica pomeriggio e tutto di solito è tranquillo in questa località popolare in cui la presenza di popolazione di origine africana è particolarmente notevole. L'autobus si ferma perché il guidatore ha visto un'auto in fiamme e conosce benissimo la vecchia tattica delle «bande della banlieue»: incendiare un'auto per bloccare la strada e dar fuoco in seguito ad altri veicoli. Il guidatore del mezzo pubblico chiede ai passeggeri di scendere in tutta fretta e di allontanarsi a piedi. Cinque di loro rifiutano e restano nell'autobus, dicendo «Abbiamo pagato il biglietto e vogliamo arrivare alla nostra destinazione». Subito sopraggiungono alcuni ragazzi, in parte minorenni. Versano nell'autobus il contenuto di varie bottiglie di benzina, costringono tutti a scendere e trasformano il mezzo pubblico in una torcia.
Ma non basta. All'arrivo, un quarto d'ora dopo, di pompieri e polizia, comincia una sassaiola contro le forze dell'ordine. Era un agguato, evidentemente preparato nei minimi dettagli, proprio come gli altri attacchi alla polizia che hanno avuto luogo nell'ultima settimana nell'area parigina. Il sindacato degli agenti minaccia azioni clamorose per denunciare una situazione sempre più pericolosa: tre «flic» sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Nessuno è in pericolo di vita, ma il sindacato della polizia afferma che avrebbe potuto scapparci il morto.
Un anno esatto dopo l'inizio della «rivolta delle periferie», la Francia sta conoscendo un'altra clamorosa esplosione di violenza, di cui i fatti di domenica pomeriggio a Grigny non sono che un episodio, così come l'incendio di decine di auto in sosta nella notte tra domenica e ieri. Due persone sono state fermate a Grigny: due ragazzi di 13 e 18 anni. Ma con loro c'erano almeno trenta altri giovani, di cui si sono perse le tracce. La polizia sta eseguendo una raffica di perquisizioni, nella speranza di dimostrare che fa sul serio. Ma capita che le auto degli agenti vengano prese a sassate. E nessuno sa da dove sono arrivate le pietre. Secondo Jean-François Papineau, responsabile della polizia a Grigny, le aggressioni potrebbero ripetersi in qualsiasi momento. Papineau ha anche precisato che nell'«attacco deliberato di domenica pomeriggio sono state bruciate quattro automobili, oltre all'autobus».
Anche i Renseignements généraux , la Digos transalpina, lanciano l'allarme, affermando in un rapporto confidenziale che il livello di rischio è altissimo nella regione parigina, dove la crisi su larga scala potrebbe riesplodere proprio come un anno fa.
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